Ostia - "Presenteremo un esposto alla Procura di Roma affinché s'indaghi sulle autorizzazioni a costruire concesse in aree che si sapeva essere a fortissimo rischio di allagamento: non è sufficiente dare la colpa alla pioggia ma è necessario fare chiarezza sulle decisioni che sono alla base di questo disastro". Lo annuncia il leader dei Verdi Angelo Bonelli che aggiunge: "L'area di 'Stagni', come lascia intuire il nome, era caratterizzata dalla presenza di stagni mentre l'area di Infernetto era una palude: sarebbe bastato ponderare i nomi che i nostri avi avevano messo a quelle zone per capire che era fortemente sconsigliato costruire".

 

"E invece negli ultimi anni, tra Stagni ed Infernetto sono stati autorizzati 1,3 milioni di metri cubi di cemento. A Prima Porta, poi, ormai il reticolo idrografico è completamente alterato e deve essere ripristinato perché l'acqua a causa dei canali occlusi, della mancanza di manutenzione e della cementificazione, semplicemente non ha nessuna via di fuga - continua il leader ecologista -. Ecco perché non basta bloccare i condoni come ha annunciato il Sindaco di Roma Marino ma è urgente un intervento per il ripristino del reticolo idrografico". "Quello che sta accadendo nella capitale è l'immagine di quello che accade in tutto il Paese che è letteralmente sommerso dalla pioggia - conclude Bonelli -. Non ci stancheremo mai di chiedere al governo e al Parlamento un Piano straordinario contro il dissesto idrogeologico che sta facendo sprofondare l’Italia: sono necessari 3 miliardi l'anno per almeno 10 anni per cantieri contro il dissesto, le frane, per mettere in sicurezza il territorio devastato dal cemento illegale e da quello che la malapolitica ha autorizzato. I soldi ci sono: per cominciare basta tagliare il programma degli F-35 e le navi da guerra autorizzate nell'ultima legge di stabilità per recuperare 20 miliardi di euro. L'Italia che annega viene prima degli aerei e delle navi da guerra".