Maxi sequestro di droga: fermato un tir con 250 chili di hashish. Cinque in manette
Alla richiesta di chiarire la natura del carico trasportato e di esibire la documentazione commerciale di supporto, l’autista del tir – un cittadino francese, residente in Spagna – dava, immediatamente, evidenti segnali di nervosismo, mentre gli altri soggetti, nel frattempo accortisi dell’attività di controllo, tentavano di dileguarsi con le rispettive auto. A quel punto, tutti i soggetti venivano bloccati.
Dalla lettura della documentazione commerciale emergeva la natura della merce trasportata, costituita da prodotti alimentari surgelati (verdure), provenienti dalla Spagna e diretti ad una società all’ingrosso della Capitale, successivamente rivelatasi completamente ignara della spedizione. In verità, durante la perquisizione, le Fiamme Gialle del G.I.C.O. rinvenivano, abilmente occultata all’interno delle medesime confezioni dei prodotti surgelati, un’ingente partita di sostanza stupefacente, ammontante ad oltre 250 chilogrammi di hashish.
La droga e l’autoarticolato sono stati quindi sequestrati, mentre le cinque persone – in stato di arresto – sono state condotte presso il carcere di Regina Coeli. Se il corriere francese risulta sconosciuto ad attività delinquenziali in Italia, i quattro soggetti italiani che attendevano il carico illecito sono, invece, ben noti alle cronache capitoline. Questi ultimi, infatti, radicati nel municipio di Ostia e identificati in S. Manuel (cl. 74), M. Manolo (cl. 76), B. Diego (cl. 73) e P. Vincenzo (cl. 70), vantano tutti precedenti specifici in materia di stupefacenti, anche nella forma assol ciativa. Nel 2006, S. e B., in particolare, erano stati condannati dal Tribunale di Bologna, rispettivamente, ad anni 9 e 8, per aver tentato di importare un carico di cocaina.
Nella circostanza, all’aeroporto bolognese venivano rinvenuti un borsone con venti panetti da un chilogrammo ciascuno di cocaina purissima che un loro complice, impiegato presso lo scalo aereo, avrebbe dovuto ritirare e trasferire all'esterno del “Marconi”, contando sulla circostanza di essere conosciuto da tutti. Il nome di M., a sua volta, nell’anno 2013, emerge nell’ambito della nota Operazione Nuova Alba – condotta dalla Squadra Mobile delle Capitale – e culminata con l’arresto e la successiva condanna di esponenti del noto clan Fasciani, egemone sul litorale ostiense, attivo, in particolare, nel settore del narcotraffico. Nella circostanza, tra i 51 arresti spiccati dal Tribunale di Roma, figuravano M. Francesco e M. Mirko, rispettivamente padre e fratello dell’arrestato Manolo.
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