Infernetto – Riceviamo e pubblichiamo da Giosuè Mirizio, presidente dell’associazione ‘Infernetto sicuro’:


“Al presidente del Consiglio Matteo Renzi,

Migranti all’Infernetto, lettera aperta,

Gentile Presidente Renzi,


non è la prima volta che l’Associazione Infernetto sicuro Le scrive. L’ultima è del 27 Novembre 2014 sui fatti di via Salorno, dove una quarantina di minorenni ospitati presso il centro Alzhaimer Le Betulle, si sono picchiati, in due occasioni, mettendo a ferro e fuoco la struttura che li ospitava, provocando la reazione dei residenti che fino a quel momento avevano tollerato questa permanenza non voluta ma imposta dalle Istituzioni; poi tutto si è risolto con il loro allontanamento.. In quell’occasione certa stampa ci aveva subito tacciato di razzismo. No non è razzismo ma legittima difesa, perché il quartiere non è in grado di ospitarli, visto le gravi carenze di servizi che abbiamo.


A tal proposito ci siamo difesi narrando la storia dell’Infernetto fin dalle sue origini. Anche Lei è stato destinatario di questo scritto. Non sappiamo se l’abbia letto ma nel dubbio lo riproponiamo tal quale. E veniamo al dunque, perché sempre di Migranti parleremo sottoponendoLe una serie di perché. Perché è sempre l’Infernetto a doversi fare carico di quello che gli altri non vogliono? Perché i residenti di una palazzina di via Ennio Porrino, giusto pochi mesi fa, per volontà dell’assessore, a cui spettano queste incombenze, sono stati allontanati e da alcuni giorni, all’insaputa di tutti, gli appartamenti sono stati occupati da circa 80 migranti, presumibilmente per ordine della Prefettura di Roma?



Perché gli abitanti di un complesso di via Gaspare Scuderi dopo anni di permanenza, giorni fa, sono stati identificati e censiti ma ancora non allontanati causa le pessime condizioni igieniche in cui vivono. Ammassati in cinquanta stanze, con punte di occupazione di centinaia di persone. Senza luce, senza acqua che prelevano alla fontanella di via Ermanno Wolf Ferrari. Non sono censiti e per l’Ama non esistono, non pagano la tassa ma buttano comunque la mondezza in mezzo alla strada che poi l’Azienda periodicamente pulisce ma il conto lo paghiamo noi cittadini.


Perché a via Lulli, dove dovrebbe sorgere da anni un liceo scientifico, il terreno è occupato da migranti e sbandati? Qui non ci sono né appartamenti né stanze, vivono all’aria aperta in capanne o tende, senza una parvenza di servizi. Quando vengono allontanati, rioccupano il territorio non appena passato il pericolo. Tra gli ultimi migranti e quelli esistenti dobbiamo nostro malgrado ospitare diverse centinaia di persone, perché sempre e solo da noi?


Questa domanda la vorremmo rivolgere al Prefetto di Roma Franco Gabrielli invitandolo a visitare il quartiere che da vent’anni subisce ingiustizie su ingiustizie che ben abbiamo rappresentato nella storia dell’Infernetto. Noi chiediamo sicurezza da ben 11 anni, con una sottoscrizione di 12.500 firme a favore di un presidio delle Forze dell’Ordine mai giunto a buon fine, nonostante gli appelli a: due Presidenti della Repubblica a due Ministri dell’Interno a tre Sindaci a tre Prefetti e se il Prefetto di Roma Gabrielli ci leggerà sarà il quarto. A due Comandanti Generali dell’Arma dei Carabinieri, a un Assessore alla Sicurezza ed è stata prodotta anche un’interrogazione parlamentare, con il risultato, a tutt’oggi, di non veder esaudito questo nostro sacrosanto diritto ma al contrario continuano ad inviarci altri migranti la cui presenza è motivo di ansia, disagio, frustrazione ed insicurezza per i 40.000 abitanti del quartiere. Via Salorno insegna.


Caro presidente Renzi, è finito il tempo delle sudditanze dove il cittadino doveva subire a forza e senza discutere i voleri del feudatario regnante. Oggi vogliamo essere consapevoli di quello che ci spetta e discutere del nostro futuro e la peggiore offesa da parte delle Istituzioni è proprio quella di metterci sempre davanti al fatto compiuto. Questo non è più accettabile. Tanto volevamo dire e tanto abbiamo detto.

Con i migliori saluti.

Il presidente dell’Associazione ‘Infernetto sicuro’ Giosuè Mirizio”


Roma capitale, 29 luglio 2015