Roma - Oggi si sono svolte le semifinali della manifestazione iridata in Giappone. La Serbia ha confermato la sua superiorità sull'Olanda, la stessa avversaria affrontata l'anno scorso nella finale europea, sconfiggendola 3-1. Più dura, invece, è stata la vittoria dell'Italvolley in rosa sulla Cina, questa volta soltanto al quinto set, precisamente al secondo vantaggio (15-17 il punteggio finale).

Superlativa la prova della giovanissima Egonu: la diciannovenne, infatti, è andata vicinissima ad eguagliare il suo record di punti in una sola partita, stabilito nel nostro campionato (46, nella giornata odierna 45).

Ma comunque questo è una dato che lascia a bocca aperta, in quanto si tratta del nuovo "limite" per una giocatrice in un torneo di questa importanza. Le nostre sono sempre state avanti nel punteggio, anche se va riconosciuto l'onore delle armi alle asiatiche, che hanno dimostrato d'essere campionesse olimpiche non per caso (basta andare a vedere con quale grinta e forza di volontà sono andate a prendersi il quarto parziale, visto che erano sotto 19-22). Purtroppo per loro, gli dei della pallavolo hanno deciso che era giunto il momento per la nostra squadra di prendersi non una rivincita, ma una vera e propria "vendetta cinese", è il caso di dirlo.

Le ragazze del coach Mazzanti hanno saputo soffrire e costringere le dirimpettaie a farlo insieme a loro, fino al momento in cui il braccio destro della già citata Egonu ha materialmente sparato addosso il pallone ad una avversaria a tutta forza, costringendola a sbagliare la ricezione e, conseguentemente, regalarci il lasciapassare per la finale, da disputarsi domani, contro le campionesse continentali in carica serbe, le uniche che si sono dimostrate capaci, 3 giorni fa, di battere la compagine tricolore.

Vendetta cinese perché le dragonesse, 4 anni fa, in casa nostra, proprio in semifinale, hanno posto fine al sogno della nostra rappresentativa di ripetere l'impresa di Berlino 2002, fino a ieri unico atto conclusivo giocato. Ora c'è questa nuova possibilità, da non sprecare, anche se già sappiamo che non sarà affatto facile.