Dragona – Allarme ‘mozzarella blu’ a Dragona, quartiere dell’entroterra del X Municipio, dove si è verificato un nuovo ‘caso’ di latticini del ‘color del cielo’ dopo quelli segnalati nei giorni scorsi ad Ostia e all’Infernetto. Tra i cittadini-consumatori è allarme: l’episodio, reso noto da una signora su una pagina Facebook molto ‘frequentata’ dai residenti, è da ieri sera oggetto di un dibattito molto partecipato.


LA SEGNALAZIONE – La signora, dopo aver scartato una mozzarella prodotta in un noto caseificio dell’Agro pontino, ha avuto la brutta sorpresa di notare che era bluastra. Molto preoccupata, oltre a decidere di non consumarla, ha scattato un bel ‘primo piano’ del latticino e poi ha pubblicato foto e commento ironico – “Scusate ho finalmente trovato mozzarella blu qualcuno mi sa dire che cosa comporta e che si fa in questi casi??” – sui social.


LA DISCUSSIONE - La comparsa della foto della ‘mozzarella dei Puffi’, come l’ha definita un membro del gruppo, ha dato il via ad una serie di commenti e di consigli, come richiesto dalla consumatrice. Molti i commenti preoccupati e l’invito a segnalare al direttore del supermercato l’accaduto perché questi, a sua volta, informi la casa produttrice. Secondo i cittadini non sarebbe una responsabilità del supermarket, che è soltanto un distributore, ma sarebbe comunque necessario che la direzione del punto vendita informi il produttore. I più preoccupati hanno comunque suggerito di rivolgersi ai Nas ed alla Asl perché effettuino dei controlli. Il fiordilatte non era scaduto, come era già accaduto venti giorni fa ad Ostia e all’Infernetto, dove i consumatori avevano trovato ‘mozzarelle blu ed anche rosa’, e come era successo di nuovo ad Ostia alla vigilia di Natale.


IL CASO – Il caso delle ‘mozzarelle blu’ scoppiò nel 2010 a Trento ed a Torino creando non poco allarme. I primi lotti di mozzarella ‘incriminata’ provenivano dalla Germania, mentre i successivi erano italiani. Si trattava sempre di mozzarella di latte vaccino. Nel 2012, poi, si verificarono altri episodi a Frosinone. A provocare la colorazione anomala, scoprirono nel 2013 i ricercatori dell’università di Padova, il batterio Pseudomonas fluorescens. Si tratta di batteri che non sono patogeni, ossia non provocano disturbi né sono tossici per l’organismo, ma non risultano certamente invitanti.


Sono presenti in particolare nell'acqua usata per la lavorazione nei caseifici e possono formare una pellicola difficile da eliminare dalle attrezzature, in particolare da quelle industriali. Per quanto riguarda la mozzarella di bufala campana dop, invece, i casi di pigmentazione non sarebbero “tecnicamente possibili perché questa produzione, tipicamente artigianale, si differenzia dalle grandi produzioni industriali, dove le acque di raffreddamento vengono riciclate per lunghi tempi”, spiegò in più di un’occasione Antonio Lucisano, l’ex direttore del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop.