Continua MusicLine2.0, la rubrica settimanale, a cura di Massimo D'Arienzo, dedicata al mondo della musica sul litorale romano, che darà voce alle band emergenti presenti sul territorio e vi farà scoprire tutti i grandi artisti che sono nati, cresciuti e che vivono nel XIII e dintorni. Questa settimana daremo il via alle lezione di “storia del Rock”. Questo è il primo di una serie di articoli dove andremo a scoprire insieme la vita, le opere, i segreti e le sfrenatezze delle grandi star nazionali ed internazionali.


Inizieremo parlando delle grandi Donne del Rock: Patti Smith, Anita Franklin, Debbie Harry conosciuta come Blondie. Ma per iniziare parleremo di una grandissima della musica, forse la prima e più autentica femminista nel mondo del Rock, quello impegnato del songo a stelle e strisce deli anni ‘60, Janis Joplin. Una storia la sua tipica delle più grandi Rock Star, un mix tra arte, impegno civile, libertà e purtroppo dal finale tragico. È lei che riscrive il ruolo della donna nel mondo del Rock, una cantante sexy e sfrontata, sia sul palco che fuori; ed è sempre lei che da il via a quel modo di cantare rauco ed elettrico, che ha ispirato altri grandissimi della musica dopo di lei.


La sua storia:

Janis Joplin nasce a Port Arthur in Texas il 19 gennaio 1943 . Adolescente inquieta, già a 15 anni si avvicinò al blues. Iniziò a cantare nel coro cittadino e ad ascoltare grandi artisti del calibro di Leadbelly, Bessie Smith, Odetta e Big Mama Thornton. Oltre alla musica un altro interesse fu quello dell’arte, già durante la frequentazione delle scuole superiori, in particolar modo per il disegno. Una vena artistica vera e propria che sfocia successivamente nel mondo musicale, infatti di li a poco iniziò a cantare blues e folk insieme ad amici, in alcuni locali dei dintorni. Si diplomò ma non completò mai gli studi in scienze sociali all’università, anche se la sua media d’esame era di 99/100. In quel periodo visse in un edificio comunemente chiamato "The Ghetto" che si trovava al 2812 1/2 di Nueces Street. Studi interrotti per iniziare a cantare nei Big Brother sua prima band.


La carriera

Trasferitasi in California il 25 giugno del 1964, la Joplin e il futuro chitarrista dei Jefferson Airplane, Jorma Kaukonen, registrarono alcuni standard blues, dove in sottofondo si può sentire una macchina da scrivere (la moglie di Kaukonen stava scrivendo, da qui il titolo del bootleg: The Typewriter Tape). Altre registrazioni di quei primi anni si possono trovare nella raccolta Janis, The Early Performances del 1974 e Janis del 1993, incluse le tracce What Good Can Drinkin' Do, Mary Jane e No Reason for Livin'. Dopo quell'esperienza la Joplin ritornò a Houston per riprendere gli studi, ma nel 1965 fece ritorno in California, dove, dopo alcune esibizioni nei locali di San Francisco, venne presto contattata da un impresario musicale texano trapiantato a San Francisco, Chet Helms: la formazione californiana dei Big Brother and the Holding Company era alla ricerca di una vocalist, e Helms la incoraggiò a farsi avanti. È proprio cosi che ha inizio la carriera di questa Star, che la porterà ad essere iscritta di diritto tra i grandi nomi della musica e del Rock. La prima apparizione degna di nota dei Big Brother and the Holding Company la partecipazione al Festival Pop di Monterey, dove si registrò il trionfo dell'artista che eseguì con personalità un'indimenticabile versione del brano Ball and Chain (Big Mama Thornton). Da qui in avanti, sul piano musicale, la strada fu tutta in ascesa, ma purtroppo breve.

 
Nel 1968 incise Cheap Thrills, secondo album del gruppo (tra i brani una cover di Summertime di Gershwin e Piece of My Heart), lavoro che Rolling Stone colloca al posto 338 nella lista dei 500 album più grandi di sempre e che entrò velocemente nella classifica Billboard raggiungendo il n. 1 e mantenendo tale posizione per otto settimane. Nel 1969 si distacca dal gruppo ed inizia la carriera da solista con “I Got Dem Ol' Kozmic Blues Again Mama!”. Elemento particolare era la sua ricerca e il suo perfezionismo musicale (nella dinamica dell'improvvisazione) che più volte la misero in conflitto con i gruppi musicali con cui si esibiva, più volte infatti cambiò gruppo di accompagnamento. Ma i successi continuavano ad arrivare di album in album: Pearl pubblicato nel gennaio 1971 entrò subito in classifica al n. 1 mantenendo tale posizione per 9 settimane. Il primo singolo tratto dall'album fu Me and Bobby McGee, che raggiunse il primo posto nella classifica dei singoli, seguito da altri brani come Cry Baby, Get It While You Can, Mercedes Benz, Trust Me e My Baby. Purtroppo questa grande artista non vide mai il grande successo di questo suo ultimo album. Infatti dopo l’album di esordio, a far da controparte ai successi in ambito musicale, la vita di janis attraversa un periodo che la vede oscillare tra droghe, alcolismo e amori sbagliati. Il 4 ottobre 1970 fu trovata morta nella stanza di un motel di HollywoodJanis per overdose. Una grande artista spentasi troppo presto che comunque è riuscita a lasciarci la sua “perla” più bella.


Curiosità e Aneddoti

La Joplin fu una delle prime Star a condividere apertamente l'ideale “Peace & Love” che caratterizzò il movimento hippy: Storiche sono le sue partecipazioni al Festival di Woodstock e al concerto in memoria di Martin Luther King. Come anticipato nell’introduzione oltre alla musica e all’arte, l’impegno civile è stato uno dei valori che ha caratterizzato la sua via, votata infatti alla difesa dell'uguaglianza fra bianchi e neri ed ovviamente all’emancipazione della donna, di cui divenne un icona vera e propria . Anche per questo, prima della propria morte acquistò una lapide più dignitosa per Bessie Smith, deceduta a seguito di un incidente stradale e non soccorsa subito per via del colore della sua pelle. Nel 1969 fu fermata dopo il concerto tenutosi il 17 novembre a Tampa, stato della Florida, schedata e denunciata dalle forze di polizia con le accuse di disturbo dell'ordine pubblico e linguaggio volgare e osceno tenuto sul palco, la corte decretò poi in suo favore, in quanto esercitava la libertà di espressione


Durante un concerto a Francoforte, dopo essere stata "assalita" da una sua fan, la invitò a salire sul palco, poi insistette perché tutti salissero sul palco per ballare e cantare assieme a lei. È lei la protagonista della canzone di Leonard Cohen Chelsea Hotel , nella quale il cantautore canadese rievoca una loro fugace storia avvenuta tra le lenzuola del mitico hotel.


Si conclude qui la nostra piccola lezione di Rock, ora potete anche ascoltarvi Piece of my Heart! Buona Musica a Tutti! Rock on!