Napoli - L’acquafrescaio o l’acquaiuolo è un mestiere che affonda le sue origine nella notte dei tempi, a Napoli i tipi di acqua che questo “professionista” sapeva individuare erano tutti differenti, esisteva l’acqua “addirosa” che aveva la profumazione di vino, l’acqua “annevata” che era un vero refrigerio nel periodo estivo poiché era servita freddissima e conservata in botte con del ghiaccio, l’acqua di mare e l’acqua di fiume a cui probabilmente venivano riconosciute proprietà curative, l’acqua “appannata” che era l’ingrediente segreto per confezionare delle polpette saporitissime e poi l’acqua “suffregna” che aveva un gusto particolarissimo non sempre gradito a tutti i palati. Originariamente l’acquafrescaio svolgeva la sua attività in modo itinerante ma poi, nel corso del tempo sono nati – qualcuno se ne vede ancora – le cosiddette “banch’e dell’acqua che non sono nient’altro che dei chioschi fissi che devono essere sempre abbelliti con “frond’e de limone” e con limoni nel pieno della maturazione del frutto.