A volte non esistono parole per definire una situazione, dei sentimenti o delle emozioni, soprattutto se i soggettivi attivi di questo scenario sono dei ragazzi nel pieno o all’inizio dell’adolescenza. Venerdì scorso la Nea Ostia Rugby F.C., insieme alle consociate Fiamme Oro Rugby e Fiumicino (anche il Praeneste per la U14), ha lasciato Ostia per un fine settimana nella culla italiana del rugby: non per un esame o un test, ma per permettere ai ragazzi dell’Under 16 e dell’Under 14 di confrontarsi con una realtà sportiva completamente diversa dalla loro e, quindi, di crescere.
Si è trattato di una trasferta fortemente voluta dallo staff dirigenziale della Nea Ostia, subito accolta con il pieno ed incondizionato appoggio tecnico e logistico del GS Fiamme Oro Rugby, cui hanno aderito con trasporto anche le altre società coinvolte nelle due franchigie. I più entusiasti, ovviamente, i ragazzi. Molti di questi promettenti adolescenti sognano un futuro nello sport della palla ovale ma, senza il raffronto con chi del rugby fa uno stile di vita, i parametri valutativi a disposizione sono scarsi e non possono permetterti di fare scelte e valutazione consapevoli. Un viaggio, quindi, per conoscere da vicino chi il rugby lo vive, lo respira, lo ama e lo nutre, con dedizione, fatica e sudore, sin da quando è in fasce, completamente immerso in un piccolo mondo antico, di provincia, dove tutto parla della bislunga, marcato da essa ed impregnato della sua essenza sportiva: in questa terra umile ed umida, a nord del Po, lo sport nazionale del calcio costituisce solo un fenomeno marginale, accolto e vissuto con un certo distacco: i suoi valori sono troppo diversi e lontani da quelli del rugby, dalla vita reale, insomma. E lo si vede nella grande quantità di campi per l’ovale presenti, che sono un’infinità e la conferma viene dalle pagine di storia: qui esistono società che hanno fatto la storia del rugby nostrano: il Badia, il San Donà, il Rovigo (vi ricordate quando era sponsorizzato dalla Sanson?), il Petrarca Padova, il Mogliano e, dulcis in fundo, il Benetton Treviso Rugby: dalla stagione in corso la squadra italiana più rappresentativa nella Magners (Celtic) League, una competizione originariamente riservata unicamente a club gallesi, irlandesi e scozzesi. Il Benetton è stato fondato nel 1932 e, nel corso dei suoi 79 anni di storia ha vinto 15 campionati nazionali (secondo solo all'Amatori Milano) e 4 Coppe Italia. Qui, i giocatori della Benetton Rugby, indistintamente dall'Under 6 al Primo XV, vengono incitati dai propri sostenitori al nome di LEONI! Il leone è il simbolo della squadra ma anche quello di San Marco, emblema di tutto il Veneto.
Doveva essere una festa e gran festa è stata: il responsabile del settore giovanile trevigiano, Giovanni Grespan (pilone che ha speso tutta la carriera agonistica nel Benetton Treviso, militando in prima squadra dal 1985 al 2001, vincendo 6 titoli di campione d’Italia, tre dei quali da capitano, una Coppa Italia. All’attivo anche l’esordio in Nazionale nel 1989 e la Coppa del Mondo di rugby 1991 in Inghilterra, sotto la gestione di Bertrand Fourcade), ha accolto le due rappresentative, U16 ed U14, presso la GHIRADA, il centro sportivo che la famiglia Benetton ha donato alla città di Treviso per la pratica dello sport. Gli occhi dei ragazzi erano spalancati davanti ad un qualcosa di impressionante per i nostri standard: si tratta infatti di un comprensorio dove sono insediati ben sei-campi-sei regolamentari da rugby in erba, un palazzetto dello sport (per la pratica della pallavolo e della pallacanestro), una piscina e poi aree benessere, parco gioco per bambini, negozi, boutique e ristoranti. In pratica una cittadella al servizio della
cittadinanza.
Mentre “Ciccio” Grespan si intratteneva a bordo campo con il Vice Presidente della NORFC ed il “Ciccio de’ noantri” Crocesi, parlando delle attività e dei progetti giovanili della Benetton, Max Bizzozero (coadiuvato da Umberto De Nisi, Francesco Taliani e Davide G. Amoroso) e Marco Proietti (con Paolo Provinzano) conducevano rispettivamente su due campi contigui le rappresentative U14 ed U16 che, per l’occasione, vestivano i colori delle Fiamme Oro e della Nea Ostia RFC. I due gruppi di ragazzi romani hanno vissuto in due modi completamente diversi l’approccio alla rispettiva partita. Concentrati, decisi alla battaglia i ragazzi della U14, forse meno soggetti al fascino della storia proprio per il loro essere nella fase preadolescenziale: il risultato è che si sono battuti sin dall’avvio come veri leoni, giungendo puntuali sui punti d’incontro, decisi nelle mischie e fornendo il giusto sostegno al portatore nelle maul: al termine è 29 Benetton Treviso – 24 Fiumicino/FFOO/Nea Ostia RFC/Praeneste.
La U16 è quella che non ti aspetti: indecisa, in affanno costante, intimorita dal nome della squadra che sta affrontando, incapace, in sostanze, di riuscire ad esprimere quel gioco che le ha permesso di essere seconda in classifica nel proprio girone regionale, a quattro
punti ed una partita in meno rispetto a quel Rieti che guida la classifica. Alla fine sembra di rivedere il film della partita vista un paio d’ore prima, tutti insieme presso la club house del Benetto presso lo stadio Monigo: l’Italia impietosamente infilzata dall’Inghilterra a
Twickenham. Anche il risultato è simile: 59 a 13 subito dalla Nazionale, 61 a 5 il punteggio subito dalla franchigia U16. Al termine, saluto, pacche sulle spalle ed abbracci per tutti. E si assiste a quelle scene che rendono il rugby uno sport con una valenza educativa unica. Su un campo gli U14 lidensi in tenuta cremisi delle FFOO formano un cerchio attorno al capitano, parlando tra loro per sbollire la tensione per essere giunti ad un passo dalla vittoria e si ripromettono di giocare ancora meglio il 13 marzo prossimo, quando i leoni bianco verdi passeranno alla Stella Polare, ospiti della Nea Ostia. Sull’altro contiguo, gli U16 esausti come guerrieri d’altri tempi, in cerchio introno all’allenatore, al Presidente ed al vice Presidente della NORFC, cercano di reagire: qualcuno piange per non essere riuscito ad esprimersi ai livelli che avrebbe voluto e che gli appartengono, altri non riescono a parlare. Per loro le parole dei tre adulti che li hanno accompagnati: “non siamo venuti qui per vincere, ma per imparare!
Questo è stato il nostro regalo per ringraziarvi di tutto quel che date in campo ogni domenica ed in ogni allenamento. Chi di voi vorrà continuare questo sport per farne la propria vita, aveva bisogno di un’occasione, di acquisire un parametro di riferimento per porsi un obiettivo e scegliere. Ora lo avete acquisito: nel modo più doloroso, ma sono queste le lezioni che ci aiutano a crescere e diventare veri uomini, non solo sportivi!”. E vedi il broncio diventare un sorriso e tutti abbracciarsi e ritrovare morale. Tutti verso le docce a lavare con l’acqua purificatrice le lacrime, il fango ed i rimpianti: gli amici ruggers trevigiani aspettano! Subito dopo, presso lo “Spizzico” all’interno della Ghirada il terzo tempo offerto dalla Benetton: ad un tavolo gli allenatori ed i dirigenti dei padroni di casa e degli ospiti, agli altri i ragazzi. Tutti i tavoli sono rigorosamente tondi: non esiste nessun capotavola, nessuno è diverso dagli altri: si è tutti uguali, come sul campo e, i ragazzi della Benetton, guidati dai due capitani, iniziano a servire in tavola tutti. Un’altra
lezione, l’apprendimento di quell’umiltà che caratterizza il rugbista dal giocatore di rugby o dal semplice sportivo. Un modo di fare il terzo tempo che è stile di vita. Al termine i quattro capitani si fanno avanti al centro della sala e si scambiano i doni: ai lidensi due gagliardetti della squadra trevigiana da inserire nelle bacheche di Nea Ostia RFC e FFOO, ai padroni di casa una maglietta delle Fiamme ed una della NORFC. Ma la visita a Treviso non è finita qui. L’indomani, dopo un meritato riposo, alle 14 presso lo stadio di Monigo, tutta la truppa è ospite della società trevigiana per un incontro speciale: il match di Magners Celtic League tra Benetton Treviso vs. Munster F.C. (la Red Army irlandese, vincitrice, negli ultimi 8 anni, di due Celtic League, una Celtic Cup e due Heineken Cup). I posti sono nella tribuna gradinata: alcuni ragazzi si sistemano in alto per “leggere” la partita, altri a bordo campo, per vedere da vicino i loro eroi, Leoni italiani o Cervi irlandesi non fa differenza. E quello cui assistono è un incontro epico, fatto di vigore, coraggio e cavalleria, che vede prevalere per 19 a 18 i padroni di casa che, così, sconfiggono la capolista della Celtic League, regalando a tutti uno spettacolo ed una gioia unica. Il ricordo di questa avventura albergherà per sempre nei cuori dei ragazzi che hanno avuto la fortuna ed il privilegio di viverlo: qualcuno di questi ragazzi, pochi, forse, un giorno, potrà trovare la sua strada nel mondo del rugby, la maggior parte conseguiranno altri obbiettivi, ma rimarranno sempre e per sempre rugbysti dentro e potranno dire “Quel giorno, a Treviso, su quel campo verde ho giocato anche io!”.
“Si è trattato di un’esperienza unica ed emozionante, che dal punto di vista organizzativo si è rivelata impeccabile – dice Ciccio Crocesi – regalandoci quello che più ci premeva: un momento di crescita speciale per i nostri ragazzi. Voglio ringraziare il mio vice, che ha creduto in questa iniziativa, organizzandola meticolosamente ed entusiasticamente; le Fiamme Oro, che hanno fornito il loro fattivo apporto a tutti i livelli; Fiumicino e Praeneste, che condividono con noi l’esperienza di franchigia; Marco Proietti perché non è solo un allenatore ma un amico per i ragazzi!”.
E le iniziative della Nea Ostia Rugby FC di certo non sono finite così: domenica scorsa, 20 febbraio, alle ore 11, presso lo Stadio della Stella Polare rugby femminile con concentramento U14 e match di coppia Italia U16 tra le Red & Blue ed una mista; sempre domenica passata, dalla mattina sino all’arrivo degli azzurri, la Nea Ostia Rugby FC ha condotto con Ciccio Crocesi e Davide Amoroso, alla presenza delle rappresentanti F.I.R. Emanuelea Sessa e Laura Colasuonno, in congiunzione con il Gruppo sportivo Fiamme Oro, guidato dal responsabile del settore giovanile Max Bizzozero e alla presenza di Fiumicino Rugby e Torvajanica, l’animazione presso Piazza Anco Marzio, con distribuzione premi e gadgets. Crocesi e un foltissimo gruppo dei suoi U8, U10, U12 hanno poi accolto Luke McLean, Lorenzo Cittadini e Alberto Sgarbi, eroi della Nazionale maggiore che poi sono rimasti a disposizione per tutti, adulti e bambini. Ma la notizia più bella, per Crocesi è che la Cadigroup farmaceutici ha deciso di supportare la crescita di questo gruppo di 120 bambini che si sono avvicinati al mondo del rugby, affiancando la storica Punto Stampa e sostenendo la società nei suoi progetti a livello giovanile: forse questi “exchange trips” non rimarranno episodi sporadici, ma fondamenta su cui gettare le basi per il grande rugby a Ostia: forse qualcun altro, oltre ragazzi e genitori, si sta accorgendo delle potenzialità del rugby. Davvero un momento indimenticabile, come l’apertura di una meravigliosa bottiglia di prosecco.
a cura di Carmine Amoroso
Tags: ostia, fiumicino