Nea Ostia Rugby FC: profondo rosso
Altra giornata da dimenticare per la Under 16 lidense, impegnata a Pomezia contro i pari età locali, ultimi in classifica. Doveva essere la partita del riscatto e dell’orgoglio, l’iniezione di fiducia prima dello scontro con la prima in classifica (i Bulls Rieti) ed invece si è trattato della quarta sconfitta consecutiva: l’ennesimo amaro calice cui hanno dovuto attingere gli allenatori Castagna e Crocesi.
La giornata, a tratti piovosa, a volte assolata, umorale come questa squadra che sembra avere cancellato dal proprio DNA la vittoria e la capacità di esprimere bel gioco, rendeva il campo un pantano, un acquitrinio fatto apposta per il vero rugby e per i veri ruggers: condizioni climatiche uguali per tutti, in cui sono cuore ed intelligenza a fare la differenza, nel fango sputando sangue e sudore, puntando sempre alla meta. In queste ambiente duro e da duri, i rossoblu padroni di casa davano il massimo. Gli ospiti, invece, semplicemente no.
Il coach Castagna, riproponeva l’esperimento di Amoroso spostato in apertura, stavolta con Mssizzi estremo, schierando il seguente XV: 15 (estremo) Mssizi, 14 (ala destra) Piscitello, 13 (secondo centro) Montesi, 12 (centro) Di Giusto, 11 (ala sinistra) Capone Braga, 10 (mediano d’apertura) Amoroso, 9 (mediano di mischia) Guzzon, 8 (terza linea sinistra) Marrara, 7 (terza linea centro) Ottaviani, 6 (terza linea destra) Del Dottore, 5 (seconda linea sinistra) Romualdi, 4 (seconda linea destra) La Frazia, 3 (pilone destro) Pacenti, 2 (tallonatore) Venuti, 1 (pilone sinistro) De Trizio. A disposizione, in panchina: 16 Travertino Grande, 17 Galuppi, 18 Francazi, 19 Mariani, 20 D’Ingecco, 21 Samory, 22 Iacovella.
Al fischio dell’arbitro i pometini partivano a spron battuto, cercando di mettere subito in difficoltà i gialloneri ospiti, che però erano puntuali sui punti d’incontro, ma lenti a calciare l’ovale verso i 22 avversari per il guadagno territoriale. Al 5’, in seguito ad un’errata scelta tattica nei 10 metri sul campo fangoso, seguiva la prima meta dei padroni di casa, non traformata per il temporaneo 5 a 0. La Nea tentava di reagire e sembrava essere determinata a stare in partita, alzando il proprio baricentro ed allargando il gioco sulle ali, per colpire con i trequarti. Al 10’, Amoroso ristabiliva l’equilibrio, andando in metà sulla destra, al termine di un’azione personale dopo avere bruciato in una progressione iniziata sulla linea dei 10 mt. (quasi a metà campo) tutti gli avversari: 5 a 5. Sembrava di assistere ad un incintro di box tra due picchiatori fermi a centro ring: ognuno impegnato a suonarle più forte all’altro, fin quando uno dei due sarebbe rimasto a terra. Al 14’, su ennesimo svarione difensivo ostiense, i gagliardi ragazzi del Pomezia potevano andare in meta per 10 a 5. Al 18’ Capone Braga, innescato sulla fascia da un buon gioco di tre quarti, dalla linea dei 10 avversaria andava in meta tra i pali, mettendo la freccia e ressitendo ai tentativi di placcaggio avversari: con la facile trasformazione era il 10 a 12 del sorpasso ospite. Ma la gioia durava due soli minuti: l’ennesima ingenuità in fase difensiva determinava una vera e propria galleria metropolitana per il centro pometino che accelerava per i pali. Con la trasformazione era il 17 a 12 che riportava in testa il Pomezia, risultato con cui si chiudeva il tempo a margine un clamoroso errore dalla Nea Ostia, che avrebbe potuto ristabilire almeno lo stato di parità, quando con un buco davanti, a pochi passi dalla meta uno dei tre quarti decideva di non entrare allargando l’ovale in un improbabile passaggio, facile preda della agguerrita difesa avversaria.
Alla ripresa delle ostilità, dopo pochi minuti, altro grave errore dei tre quarti gialloneri che perdevano, ancora una volta, la bislunga a pochi metri dalla linea di meta. I rossoblù, allora, rallentavano il gioco e, come un vero predatore, colpivano al 10’ della ripresa, con una bellissima azione che portava il centro, con ottimo sostegno, a schiacciare tra i pali: facilissima trasformazione e 24 a 12 che chiudeva la partita. Da segnalare, ancora una volta, un’incredibile opportunità di riaprire le sorti dell’incontro assurdamente sprecata da una Nea Ostia timorosa ed ormai in balia degli avversari.
Al termine, tutti i giovani atleti lidensi rientravano a capo chino negli spogliatoi, ove rimanevano per più di quaranta minuti, probabilmente a cercare di dare una scossa ad un campionato che non sembra andare per il verso giusto.
In questa partita, da vincere contro l’ultima del girone, la NORFC è stata in grado di regalare addirittura il bonus mete alla squadra pometina che ha fatto ciò che tutti i ruggers devono fare: metterci cuore, orgoglio e testa. L’incredibile classifica che ora vede la Nea in condominio all’ultimo posto, non rispecchia i valori tecnici di una squadra che esprime ben 6 giocatori nelle regionali U16 ed u15 (2 classe 1996 e 4 classe 1997): a fronte di una accettabile trasmissione del gioco che culmina nell’innesco al largo di dei tre quarti, fa da contraltare l’inesistenza di una fase difensiva corale, i tanti, troppi errori in fase offensiva e la mkancanza di capacità di assumersi le proprie responsabilità: un vero e proprio terrore, a volte. Si vede sempre uno stesso film, una squadra che entra in campo per prendere subito, a freddo, una meta nei primi minuti ed è in grado di restare in partita per soli 15’, al massimo un tempo. Ma quello che più si nota è l’abulicità che ha preso piede nel gruppo: i cali di tensione sono fisiologici nel corso di un incontro, ma tra i gialloneri sembra mancare chi sappia prendere per mano la squadra in questi momenti e tirarla fuori dalla crisi e portarla alla vittoria. Questo è, e deve essere, compito dei suoi giocatori più rappresentativi, perché proprio in questi momenti che chi ha di più, come doti, deve dare di più agli altri, alla squadra, per guidarla fuori dal baratro ed a quella vittoria necessaria per il morale. Oltre al vissuto, questi giovani ruggers farebbero bene ad assimilare almeno parte di quel carattere fiero ed indomito dei propri allenatori, Castagna e Crocesi: un qualcosa che va ben oltre i semplici ed infantili “Dajé, ragà!!!” o “Non possiamo perdere così”. Si reagisce con i fatti e non con le parole.
Sperando che anche gli Y&Bs U16 facciano loro il motto che campeggia negli spogliatoi di una grande squadra del Nordest, i Ruggers Tarvisium “Ricordati di giocare sempre con la testa e con il cuore”, si avvicina il 18 dicembre, data in cui i cinghiali del litorale affronteranno la caposlista dei Bulls Rieti: una partita, viste le cose, improponibile. Forse quella giusta per risorgere dalle ceneri.
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