Nicodemi (Idi): ‘In Italia sempre più tatuati, ma oltre il 30% lo cancella’
Roma - Tatuaggi sempre più amati, ma anche odiati. Secondo i recenti dati dell'Istituto superiore di sanità (Iss), sono circa un milione e mezzo gli italiani tatuati, ma se aumentano gli amanti del disegno inciso sulla pelle, aumenta anche l’esercito dei pentiti o di chi, soprattutto per motivi di lavoro, deve farselo cancellare. “Nel nostro Paese a prendere questa decisione, a volte sofferta, è più del 30% dei tatuati, soprattutto uomini. E di questi, il 40% lo fa per motivi lavorativi”. A dichiararlo è il professore Ezio Maria Nicodemi, chirurgo estetico all'Istituto dermopatico dell'Immacolata (Idi) di Roma, che analizza il fenomeno. “A decidere di rimuovere un disegno sulla pelle non sono solo le star stanche del solito tatuaggio, ma sempre più giovani alla ricerca di un lavoro in questi tempi di crisi. Soprattutto quelli che si apprestano a partecipare a dei concorsi – spiega Nicodemi – E la richiesta più frequente è quella di rimuovere il disegno nel minor tempo possibile". Ma a volte un tattoo deve essere rimosso anche per problemi di salute: "chi ha un tatuaggio, infatti - spiega Nicodemi - può avere problemi nel sottoporsi a esami come la risonanza magnetica, per l'effetto del magnete che attrae i metalli pesanti contenuti nei colori dei tatuaggi. I rischi sono quelli di ustioni e bruciature locali". "Oggi - continua il professore - è possibile far ‘sparire’ un tatuaggio di medie dimensioni anche in sole due sedute, grazie a un ‘doppio trattamento’ in una stessa giornata a distanza di 30 minuti l’uno dall’altro”. E nel raccomandare a giovani e meno giovani di rivolgersi sempre a centri specializzati per farsi tatuare nomi o disegni sulla pelle, il professore si augura che in un futuro non troppo lontano “i tatuatori possano rilasciare ai propri clienti una scheda con le indicazioni circa i coloranti utilizzati e la profondità di inserimento nella pelle, per rendere meno difficoltoso il lavoro del medico che poi eventualmente dovrà toglierli”.
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