Roma – ‘Not in my name’ è stato lo slogan delle centinaia di cittadini di religione musulmana che oggi hanno manifestato in piazza Santi Apostoli, a Roma, e in piazza San Babila, a Milano, per condannare il terrorismo e le stragi di matrice jihadista che venerdì 13 e ieri, venerdì 20 novembre, hanno mietuto vittime  a Parigi e a Bamako, in Mali.


LA CONDANNA – Ad organizzare la manifestazione, che ha avuto carattere nazionale, le comunità islamiche presenti nella Capitale e nel nostro paese: hanno aderito cittadini tunisini, marocchini, senegalesi, turchi, pakistani e italiani che in piazza Santi Apostoli, nonostante la pioggia, hanno partecipato ripetendo, e scrivendo sui cartelli “L’Isis è un cancro del corpo islamico, un attacco contro la comunità intera”e “Non si può uccidere in nome di Dio”. Presenti le bandiere italiane.


L’INVITO DELL’UCOII – Izzedin Elzir, Imam di Firenze e presidente dell’Unione delle comunità islamiche italiane, condannando apertamente l’Isis e la sua strategia del terrore, ha invitato dal palco a “battere insieme il cancro del terrorismo”. “Stiamo dimostrando che abbiamo superato la paura e lo shock degli attentati perché l'obiettivo dei terroristi è farci vivere nella paura: insieme possiamo battere questo cancro dell'umanità”. Molti musulmani hanno ribadito il loro ‘no’ all’Isis invitando a “non avere paura di noi”.


OSTIA - Yousef Al Moghazy, responsabile amministrativo della moschea di Ostia ‘Servi di Dio’, dichiara: "E' per noi un forte dolore quanto accaduto la sera di venerdì 13 novembre a Parigi perché collaboriamo incessantemente per creare insieme un'atmosfera di pace e di tolleranza che porti ad una integrazione sana e pacifica". E’ così che la comunità islamica 'Servi di Dio', impegnata da tempo nel litorale romano per creare relazioni sociali e culturali che favoriscano integrazione ha voluto esprimere la sua riflessione.


IL PRESIDENTE MATTARELLA - Il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella ha rivolto il proprio caloroso messaggio ai cittadini di religione musulmana che oggi hanno manifestato: "Non ci piegheremo. I tanti cittadini italiani di fede musulmana che in voi si riconoscono, insieme ad altri fedeli che vivono e lavorano nel nostro paese, sono e devono sentirsi parte di questa comune battaglia contro il terrore".


MARIO MARAZZITI - "Chi usa il nome di Dio per uccidere e fomentare l'odio bestemmia e danneggia tutti i credenti, anche quelli della propria religione", ha dichiarato Mario Marazziti, presidente della Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati e esponente di Democrazia Solidale.  "Dopo l'orrore a Parigi, a Beirut, in Mali, in Nigeria - solo negli ultimi giorni, viene il tempo di sconfiggere chi vuole le guerre tra civiltà e religioni con intelligenza.  Fanno bene i musulmani italiani a isolare la follia nichilista e la cultura di morte del Califfato, che ha attratto finora 30mila "Foreign fighters" europei e da ogni parte del mondo. il Califfato è un Islam impazzito. Che cresce tutte le volte che un italiano, un europeo, un legista, un lepenista, un apprendista stregone e autoproclamato esperto di crisi internazionali dice che bisogna bombardare non si sa cosa ( in una guerra in cui l'avversario si nasconde dietro ai bambini e tra i civili e in mezzo a milioni di persone) e  i musulmani di tutto il mondo devono tornarsene a casa loro. Anche quando non si sa dove è”, conclude l’onorevole Marazziti.