Omicidio di Daniele Fulli, svolta nelle indagini. Un fermo
Roma – Un fermo della squadra mobile per l’omicidio di Daniele Fulli. Nella notte è stato fermato Andrea Troisio, 31 anni, grazie ad un provvedimento di fermo emesso dalla Procura della Repubblica di Roma. L'uomo è stato identificato dagli investigatori del commissariato di San Paolo e della squadra mobile grazie alle testimonianze acquisite ed ai riscontri tecnici effettuati sui tabulati telefonici. Dai riscontri investigativi l’omicidio sarebbe avvenuto proprio sul greto del fiume Tevere dove è stato ritrovato il cadavere: alla base, probabilmente, una lite tra i due. L’arma utilizzata sarebbe un punteruolo.
Il fermato, già noto alle forze dell’Ordine, è stato rintracciato questa notte in una comunità di recupero per tossicodipendenti della Magliana, dove viveva da tempo. L'assassino avrebbe infierito, secondo quanto si apprende, con un punteruolo. Svolta nelle indagini sull’assassinio dell’attivista per i diritti degli omosessuali ritrovato cadavere sul greto del Tevere martedì 7 gennaio. Il corpo senza vita del giovane, 28 anni, parrucchiere, che viveva alla Magliana dove era amato e benvoluto da tutti, era stato rinvenuto due giorni fa da un passante nei pressi della pista ciclabile, a via Pescaglia. Sul cadavere erano presenti due forellini all’altezza del collo e dell’inguine, che in un primo tempo avevano fatto pensare a dei colpi di pistola di piccolo calibro o, appunto, ad un punteruolo. I familiari e gli amici avevano denunciato la scomparsa di Daniele anche alla trasmissione di Rai Tre Chi l’ha visto, che anche ieri sera si è occupata del caso. Il ragazzo era impegnato con l’associazione Gay Center insieme al compagno Simone, morto suicida lo scorso ottobre. Il giovane, studente di scienze infermieristiche, si era infatti lanciato dalla terrazza dell’ex pastificio Pantanella.
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