Roma – Sono cinque le persone arrestate dagli uomini della Squadra mobile capitolina nell’ambito delle indagini sull’omicidio di Silvio Fanella, ammazzato a colpi d’arma da fuoco lo scorso 3 luglio in via della Camilluccia,  a Roma.  Le indagini, condotte dagli agenti agli ordini del dottor Renato Cortese, sono state coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia capitolina. Nei mesi scorsi erano già finiti in manette Giovanni Battista Ceniti, rimasto ferito nel corso dell’omicidio, Egidio Giuliani e Giuseppe Larosa, rintracciati a Roma e a Novara lo scorso 7 settembre, ritenuti gli esecutori materiali dell’assassinio di Silvio Fanella, considerato il cassiere di Mokbel.

 

I reati dei quali debbono rispondere i cinque arrestati sono sequestro di persona a scopo di estorsione e omicidio aggravato in concorso, emesso dal gip di Roma, che ha disposto la custodia cautelare in carcere a carico di Manlio Denaro, nato a Roma il 19.1.1958; Emanuele Macchi Di Cellere, nato a Roma il 12.12.1956;  Gabriele Donnini, nato a Roma il 7.5.1962 e Carlo Italo Casoli, nato a Roma il 5.4.1955.  Disposta anche la misura degli arresti domiciliari per Claudia Casoli, nata a Roma il 11.9.1987. I cinque sono ritenuti gli organizzatori e i pianificatori dell’omicidio di Silvio Fanella, freddato con un colpo d’arma da fuoco all’interno della sua abitazione in via della Camilluccia 19 il 3 luglio di quest’anno. La vittima era già stata condannata nell’ambito della truffa Telekom Sparkle.  Quel giorno almeno tre malviventi, fingendosi finanzieri impegnati in un controllo a casa della vittima, che aveva l’obbligo di dimora nel comune di Roma, hanno tentato di sequestrarlo presumibilmente per farsi indicare il luogo dove aveva nascosto un ingente patrimonio di provenienza illecita, tra cui dei diamanti. Ma Antonio Fanella aveva cercato di resistere e nel corso della colluttazione gli avevano sparato un colpo di pistola al petto. I killer volevano mettere le mani sulla grande quantità di denaro contante, costosi orologi  e diamanti per un valore di alcuni milioni di euro. Il tesoretto fu ritrovato pochi giorni dopo il delitto in un vano nascosto della sua villa di campagna, nel Frusinate.

 

Durante il blitz alla Camilluccia rimase ferito gravemente Giovanbattista Ceniti, abbandonato dai complici e colpito, subito, da un fermo di indiziato di delitto emesso dal gip  di Roma per omicidio, con imputazione successivamente estesa anche al tentato sequestro di persona. Lo scorso 7 settembre, alla luce delle indagini, furono sottoposti a fermo di indiziato di delitto emesso dalla Direzione distrettuale antimafia anche Egidio Giuliani e Giuseppe Larosa, il primo rintracciato a Roma e il secondo a Novara.  Lo sviluppo delle indagini ed in particolare l’analisi dei tabulati telefonici e le attività tecniche di intercettazione, hanno consentito di acquisire gravi elementi di responsabilità a carico dei cinque arrestati di oggi. In particolare, Denaro Manlio e Macchi Di Cellere Emanuele sono risultati gli organizzatori e pianificatori del delitto: il primo è coindagato nel procedimento relativo alla maxi truffa Telecom Italia, Sparkle e Fastweb insieme a Fanella Silvio e a Mokbel Gennaro. Il secondo, ex terrorista dei Nuclei armati rivoluzionari, è ascrivibile ai movimenti eversivi della destra estrema ed è risultato in contatto con Giuliani Egidio e con lo stesso Denaro. Numerosi sono i contatti tra i tre in occasione della pianificazione del sequestro di persona e poi all’omicidio.  Per quanto riguarda le figure di Casoli Carlo Italo, Casoli Claudia e Donnini Gabriele, a loro carico è stato rilevato il pieno concorso in questi reati attraverso la fornitura di mezzi, per i primi, e di documenti falsi, per l’ultimo, che hanno permesso di organizzare il bltiz.

 

Denaro Manlio lavora in una palestra in via Flaminia ed era già condannato insieme a Fanella Silvio nell’ambito del procedimento penale Arigoni Fabio+55 chiamato Phuncards Broker, e per essere militante dell’estrema destra romana, area politica di estrazione anche degli altri coindagati.  Macchi Di Cellere Emanuele, di professione marittimo di coperta, esponente dell’estrema destra romana, attualmente detenuto al carcere di Marassi-Genova dopo l’ordinanza della Corte D’Appello della città ligure, in aggravamento dell’originaria misura cautelare degli arresti domiciliari inflittagli nell’ambito di altro procedimento penale in quanto, nel mese di luglio scorso, dopo l’omicidio del Fanella, era scappato in Francia dove poi era stato arrestato su mandato dell’autorità giudiziaria italiana.  Sono in corso numerose perquisizioni disposte dalla Dda nei confronti di alcune persone risultate coinvolte o comunque in contatto con gli indagati a Torino, Verbania, Varese, Trento e Novara, dove è stata perquisita la società Multidea s.r.l. di Novara, della quale Giuliani (ex terrorista spontaneista della destra eversiva, già appartenente ai Nar - Nuclei Armati Rivoluzionari) e Larosa (pregiudicato ed ex detenuto per sequestro di persona a scopo di estorsione) sono rispettivamente socio fondatore e dipendente. La Multidea promuove il reinserimento sociale dei detenuti ed è frequentata e gestita, tra gli altri, da ex terroristi appartenente alle Brigate Rosse ed ai movimenti eversivi di destra.