Omicidio Iacullo: il pm chiede 30 anni per l’ex
Dragona – Omicidio Alessandra Iacullo: il pm ha chiesto alla I Corte d’Assise di condannare a 30 anni Mario Broccolo, l’ex fidanzato 52enne della baby sitter assassinata nel maggio 2013 a Dragona. Per il pubblico ministero non ci sarebbero dubbi sulle responsabilità dell'uomo, all’epoca 50 anni, pittore disoccupato, che avrebbe brutalmente accoltellato Alessandra Iacullo, 30 anni, per gelosia in quanto la giovane aveva interrotto la relazione che aveva avuto con lui, contro la sua volontà. Sarebbe questo il movente.
Il corpo della trentenne fu ritrovato seminascosto sotto il suo scooter la sera del 3 maggio di due anni fa in via Riserva del Pantano, una strada piuttosto isolata posta tra una fila di villini e un canale, a Dragona. La giovane, immersa nel sangue, presentava delle ferite al collo ed alle braccia tanto che all’inizio si pensò che fosse rimasta vittima di un incidente con la moto. Ben presto però fu appurato che le ferite erano da accoltellamento. Fu ritrovata anche la custodia di un coltello appartenente, si disse, a Broccolo.
Sul posto intervennero gli agenti del commissariato Lido e la squadra mobile capitolina. Qualche giorno dopo fu arrestato Mario Broccolo, residente come la vittima a Dragona. L’uomo fu individuato grazie ai tabulati telefonici dei cellulari e nei suoi confronti fu emesso dalla procura di Roma un provvedimento di fermo per omicidio volontario: questo il reato contestato dal procuratore aggiunto di Roma Pierfilippo Laviani e dal pm Paola Filippi. Il pittore fu pertanto condotto nel carcere di Regina Coeli.
Fu decisiva la ricostruzione dell’ultima ora di vita di Alessandra attraverso il controllo dei tabulati telefonici del suo cellulare: emerse che tra lei e l’indagato c’era stata, poco prima dei delitto, una discussione animata. Secondo l’accusa il pittore, che aveva precedenti (aveva scontato una condanna a 18 anni per un omicidio commesso nel 1990, responsabile anche di un delitto colposo e denunciato per molestie, ndr), avrebbe accoltellato l’ex fidanzata al culmine di una lite, preceduta da una discussione alquanto accesa avvenuta in un bar del quartiere, alla quale avevano assistito anche altre persone.
La vittima era entrata nel bar intorno alle 20.30 per acquistare un pacchetto di sigarette: avrebbe avuto uno scambio di battute con l’ex, poi sarebbe uscita da sola dal locale. Mario Broccolo, che viveva con la madre, l’avrebbe seguita e aggredita a morte recidendole la carotide. La giovane morì subito dopo l’arrivo in ospedale. L’autopsia fu eseguita a Tor Vergata: furono esaminate le tracce di sangue presenti sullo scooter e sugli abiti della povera ragazza. L’indagato ha sempre ammesso di aver incontrato Alessandra al bar, ma ha affermato di aver avuto con lei soltanto uno scambio di battute, sembra scherzoso, negando di aver commesso il delitto. Questa mattina la fase finale del processo con la richiesta di condanna da parte del pm e gli interventi delle parti civili e della difesa. La prossima settimana è attesa la sentenza.
L'assassinio di Alessandra sconvolse la comunità di Dragona, un quartiere tranquillo dell'entroterra del X municipio. Due settimane, la sera del 18 aprile, la 'gelosia' aveva armato la mano di Guglielmo Berettini, una guardia giurata di 41 anni, che, non avendo accettato la fine del rapporto con la moglie, MIchela Fioretti, sua coetanea, infermiera all'ospedale Grassi di Ostia, l'aveva inseguita con l'auto sul cavalcavia Zelia Nuttal, a Dragona, freddandola con sei colpi di pistola. L'uomo aveva poi rivolto l'arma contro se stesso, sparandosi: non morì ma fu ricoverato al San Camillo in condizioni gravissime. La coppia aveva due figlie, due bambine di sei e undici anni. Un doppio femminicidio che colpì non solo per la triste coincidenza per la quale sia Michela sia Alessandra vivevano a Dragona ma anche per il movente. Alle due giovani donne fu dedicato il Parco Vittime del femminicidio.
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