Omicidio Marina San Nicola, giallo risolto: fermata una casalinga di Ladispoli
I FATTI - Nel primo pomeriggio di ieri, giovedì 10 marzo, la centrale operativa della Compagnia di Civitavecchia è stata allertata dai carabinieri della stazione di Ponte Galeria che hanno segnalato la possibile presenza nel territorio del comune di Ladispoli dell’artigiano del quale era stata denunciata la scomparsa la sera prima e il cui telefono risultava, a seguito di accertamenti, trovarsi nel litorale romano.
IL RITROVAMENTO – A seguito delle ricerche effettuate intorno alle 16 di ieri i militari hanno rintracciato il furgone del 59enne, un Doblò, in piazzale della Lucertola a Marina di San Nicola: all'interno c’era un corpo privo di vita, verosimilmente della persona ricercata.
LE BRUCIATURE – Vista la presenza di tracce di sangue e segni evidenti di bruciature sul cadavere, sul posto è intervenuto il medico legale e i carabinieri della Squadra rilievi del Nucleo investigativo di Ostia che hanno effettuato gli accertamenti del caso. Il medico legale, intervenuto sul posto, ha riscontrato che il decesso era avvenuto a seguito di una coltellata alla gola, riservandosi di fornire ulteriori elementi a seguito dell'esame autoptico.
LE RIPRESE – Nel frattempo i carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Civitavecchia e della stazione di Ladispoli, impegnati nelle indagini coordinate dal sostituto procuratore della Procura della Repubblica di Civitavecchia Antonia Giammaria, hanno visionato ed estrapolato le immagini riprese dalle numerose videocamere presenti nell’area, riscontrando l’arrivo del furgone con a bordo un uomo e una donna intorno alle 17.30 del 9 marzo e in seguito l’uscita dal mezzo della sola donna intorno alle ore 17.45. La donna aveva il volto nascosto dal cappuccio di un piumino ed era quindi irriconoscibile mentre dall’interno dell’abitacolo è stata notata fuoriuscire una vistosa fiammata.
LA VISIONE - La successiva visione delle videocamere presenti sulle possibili vie di fuga di quella che, verosimilmente, era stata l’autrice del delitto, hanno consentito di individuare con chiarezza la donna mentre si allontanava in direzione di via Aurelia.
LA DONNA – Grazie alla conoscenza del territorio e dei cittadini dei sarabinieri della stazione di Ladispoli è stata identificata “con quasi certezza” la donna immortalata dalle videocamere di sorveglianza del Consorzio Marina di San Nicola. Si tratta di una straniera residente da anni a Ladispoli, M.T., casalinga 65enne, che è risultata avere avuto contatti con la vittima in passato. Dall'esame dei tabulati telefonici dell'uomo, richiesti e ottenuti d'urgenza, sono emersi contatti anche recenti con la donna, la quale, pertanto, nella tarda serata di ieri, giovedì 10 marzo, è stata condotta presso la caserma di via Livorno a Ladispoli per essere sentita in merito al suo possibile coinvolgimento nella vicenda. La 65enne, dopo una iniziale titubanza, ha ammesso le sue responsabilità, raccontando la sua versione della dinamica dell'evento che l'avrebbe portata a colpire con un coltello al collo l'uomo per poi cercare di bruciarne il corpo, una versione tuttora al vaglio degli inquirenti.
L’ARMA DEL DELITTO – In seguito la donna ha fornito importanti indicazioni che hanno consentito di ritrovare l'arma del delitto, un coltello da cucina con una lama di circa 10 centimetri, che aveva ripulito dopo aver compiuto l’omicidio cercando di nasconderlo nell’abitacolo del furgone tra gli attrezzi da lavoro. La 65enne aveva anche tentato di far sparire gli abiti indossati al momento dell’omicidio, gettandoli lungo il percorso seguito per rientrare a Ladispoli.
IL SEQUESTRO - L’arma e gli indumenti sono stati sequestrati da personale della Squadra rilievi del Nucleo investigativo di Ostia che ha inoltre acquisito, nel corso degli accertamenti effettuati sul mezzo, altre tracce che dovranno essere sottoposte ad esami di laboratorio. Così la donna, alle prime ore di oggi, venerdì 11 marzo, è stata dichiarata in stato di fermo di indiziato di delitto e condotta al carcere di Civitavecchia dove rimarrà a disposizione dell'autorità giudiziaria alla quale dovrà rispondere dei reati di omicidio volontario e tentata distruzione di cadavere. Si indaga sul movente per risalire ai motivi dell’omicidio.
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