Operazione ‘Espero’: la Guardia costiera di Fiumicino sequestra 700 kg di pesce. Maxi multa di 22.500 euro
Di Maria Grazia Stella il 10/10/2024
Dal 30 settembre al 4 ottobre il personale della Capitaneria capitolina e degli uffici dipendenti di Anzio, Torvajanica, Ostia e Fregene è stato impegnato nei controlli rispetto a un enorme bacino di utenza concentrato in particolare su Roma e nel suo hinterland
Fiumicino (Rm) - Dal 30 settembre al 4 ottobre scorsi su tutto il territorio del Lazio si è svolta un’operazione di polizia marittima complessa per il rispetto delle norme sulla pesca marittima coordinata dal Centro di Controllo Area Pesca della Direzione Marittima di Civitavecchia.
Forte il contributo del compartimento marittimo di Roma-Fiumicino: qui il personale della Capitaneria capitolina e degli uffici dipendenti di Anzio, Torvajanica, Ostia e Fregene è stato impegnato senza sosta a fronte di un enorme bacino di utenza concentrato in particolare su Roma e nel suo hinterland.
L’operazione, a causa del fermo pesca del periodo appena trascorso per i molluschi e appena iniziato per lo strascico, ha dovuto riguardare altri target, appositamente individuati per evitare sovrapposizioni o ridondanze nei controlli, dal settore della commercializzazione a quello della somministrazione.
Oltre 700 chili di prodotti ittici sequestrati di specie diverse perché privi di tracciabilità, non correttamente etichettati e in parte in cattivo stato di conservazione, se non addirittura scaduti. Particolarmente salate le sanzioni, complessivamente per un totale a 22.500 euro poiché l’obiettivo delle norme di settore è quello della tutela del consumatore, del ‘made in Italy’ senza trascurare gli interessi di quegli operatori onesti che lavorano osservando puntualmente le disposizioni.
I vertici della Capitaneria di Roma-Fiumicino fanno sapere che i risultati dell’operazione sono da attribuirsi anche ad alcune 'distorsioni' sul mercato. Infatti quando il mercato non è approvvigionato a causa dei periodi di fermo pesca, tende a sopperire alle carenze di prodotto con forniture a basso costo e a discapito della qualità (prodotti più volte decongelati, acquistati prossimi alle scadenze o da filiere estere).
Su tutto ciò la Guardia Costiera della Capitale ha acceso i riflettori.
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