Roma – Torna l’ora legale. Durante la notte tra sabato 29 e  domenica 30 marzo si dormirà 60 minuti di meno. Lo spostamento delle lancette degli orologi in avanti scatterà alle due del mattino e sarà in vigore fino al 26 ottobre prossimi. Sei mesi in cui avremo un’ora di luce in più che permetterà al Paese un risparmio energetico stimato in circa 90 milioni di euro.  Il risparmio energetico consentirà anche un minore inquinamento. Dal 2004 al 2012 l’Italia avrebbe risparmiato in totale oltre 6,1 miliardi di kilowattora, corrispondenti a circa 900 milioni di euro di minor costo. L’ora legale fu proposta nel Settecento per la prima volta dall’inventore Benjamin Franklin ma l’idea non ebbe particolare successo perché allora i risparmi non sarebbero stati consistenti.  A distanza di circa un secolo, nel 1907, fu l’inglese William Willet a riproporla e stavolta ebbe accoglienza tanto è vero che nel 1916 la Camera dei comuni di Londra approvò il British summer time, che contemplava lo spostamento delle lancette un'ora avanti in estate. Nel nostro paese l'ora legale entrò in vigore per la prima volta nel 1916 fino al 1920 anche se l'adozione definitiva risale al 1966, durante gli anni della crisi energetica. Il sistema definitivo fu approvato nel 1996 quando fu deciso di prolungarla dall'ultima domenica di marzo all'ultima di ottobre, per sei mesi.

 

In tutti i paesi dell'Unione europea l'ora legale inizia l'ultima domenica di marzo e termina l'ultima domenica di ottobre. Alle stesse convenzioni si attiene la Svizzera. Solitamente quando l'orario coincide con quello del fuso orario di riferimento che prende in Italia il nome di «ora solare» o «ora civile convenzionale». In alcuni paesi l'ora solare è di fatto sospesa e si adotta l'ora legale per tutto l'anno. In molti paesi si utilizza una terminologia più diretta per designare l'ora legale, ovvero «orario estivo». Una denominazione più accurata perché riferita allo scopo del cambiamento d'orario e quindi slegata dal riferimento alla stagione estiva, è quella di «orario di risparmio della luce diurna» (dall'americano «daylight saving time»). Non tutti però sono a favore dell’ora legale, temendo effetti dannosi sulla salute. Ma come riferisce il direttore scientifico della Fondazione per la ricerca e la cura dei disturbi del sonno onlus si tratterebbe di ‘un falso problema in quanto il nostro organismo sarebbe in grado di adattarsi senza subire shock  a causa della variazione.