Ostia antica – La decisione dell’ex premier Silvio Berlusconi di non presentarsi il prossimo anno sta facendo registrare reazioni controverse. Da una parte entusiasmo pensando che senza di lui i problemi automaticamente saranno risolti.


Dall'altra abbiamo gli “orfani” risentiti nel vedere il Cavaliere costretto alla resa, che incolpano indistintamente la sinistra, i pugnalatori e i traditori parlamentari che hanno deciso di non votarlo più, le banche, i poteri forti, di cui sarebbe espressione il professor Mario Monti, i mercati con il velenoso e mortale spread.



Questa l’analisi di Gioacchiano Assogna, segretario della Lega dei socialisti del municipio XIII. Ogni motivo sarebbe plausibile per loro, che vedono crollare il proprio faro politico e fermo oppositore ai comunisti e alla sinistra. “In tal caso è bizzarro vedere che è proprio Putin (comunista e post-comunista) a esprimersi in favore di Berlusconi (qualcuno insinua per gli affari fatti insieme sul gas)”, dichiara Assogna.



“Quale la verità?  La verità cruda e reale è che le istituzioni internazionali (Banca centrale europea, Fondo monetario, il vertice europeo) e i vari capi di stato e di governo (Obama, Merkel, Sarkosy) hanno liquidato Berlusconi trattandolo alla stregua di un ciarlatano perchè, non dimentichiamo, che sono stati i suoi insulti, le sue macchiette e le sue bugie a far precipitare il prestigio dell'Italia e diventare lo zimbello del mondo”.



“Questa perdita di credibilità, che stiamo pagando amaramente con interessi crescenti e insostenibili, ha portato il nostro paese alla drammatica situazione di emergenza che potremmo affrontare soltanto con un “nuovo” governo guidato da persone credibili e affidabili nel mondo e in Italia, come appunto Mario Monti, un insulto presentarlo come uomo dei poteri forti quando è stato il Commissario Europeo che ha fatto pagare multe salate ai colossi americani”. 



E i socialisti?  Ritengono meritevole di ampia fiducia il costituendo governo Monti per portare fuori il nostro paese dal baratro in cui è stato portato dal centro-destra. E lo fanno senza alcuna titubanza o tabù sui problemi che vanno affrontati con senso di responsabilità in un'ottica riformista: riduzione del debito e interventi  per la crescita, in favore dei  giovani e delle donne; taglio dei costi della politica e della struttura pubblica;  lotta all'evasione fiscale e il contributo delle grandi ricchezze patrimoniali; il sistema previdenziale e degli ammortizzatori sociali;  il superamento del Porcellum per consentire ai cittadini di scegliere i parlamentari. 



I socialisti, che dichiarano di non condividere lo strumentalismo di Di Pietro e della Lega Nord per andare subito alle elezioni, senza valutare nel frattempo il tracollo economico e sociale dell'Italia, restano stupiti delle posizioni espresse dai membri della segreteria del Pd, Fassina e Orfini, che considerano una provocazione le proposte dell'Europa e quelle sulla Flex-security di Pietro Ichino, senatore Pd.


“Per affrontare la riconosciuta emergenza, Monti dovrà avanzare equilibrate  proposte  per ricevere “autonomamente” l'appoggio di entrambi gli schieramenti, poi sarà possibile andare alle elezioni e misurarsi sui rispettivi progetti. E' il modo migliore per la politica di recuperare la credibilità della gente, conclude il segretario socialista XIII municipio.