Ostia – “E' assolutamente inaudito ciò che sta avvenendo in parlamento sul decreto che riordina le province, con l'accorpamento di 35  non aventi la prescritta popolazione e dimensione, in attesa di intervenire su quelle delle regioni a statuto speciale (Sicilia, Sardegna, Valle d'Aosta e Trentino Alto Adige)”, dichiara Gioacchino Assogna, segretario del Partito socialista del municipio XIII.

 

 

 

 

“Non si toccano le competenze e le deleghe funzionali. Ne consegue che stiamo ben distanti dalla annunciata “soppressione” prevista dall'insieme delle forze politiche. Le prese di posizione contrarie, i ricorsi presentati, gli emendamenti annunciati mettono a forte rischio la possibilità di veder approvato il provvedimento nella versione “blanda”, di eliminare semplicemente “i doppioni” ed avere “una Prefettura”, una Questura, un Comando Provinciale dei Carabinieri e della Polizia, una Tesoreria Provinciale”, spiega Assogna.

 

 

 

Che prosegue: “Quello che probabilmente non si accetta è la non rielezione dei consiglieri provinciali e delle relative giunte, in quanto saranno  elette in un numero ridotto dai consiglieri comunali del territorio e senza compensi”.

 

 

 

 Gli effetti dell’accorpamento? Il risparmio di un milione e 700.000 euro di spese per i consiglieri e la riutilizzazione di 5.500 persone che hanno funzioni di  staff, mentre i servizi non vengono toccati.

 

 

“Ci sono presidenti di provincia che mobilitano la popolazione con manifestazione di piazza (Avellino), altri che motivano la deroga nei modi più strampalati: la nota ostilità tra Pisani e Livornesi (stanno nella stessa Regione), l'inaccettabilità dei ciociari di stare con Latina, la presenza di siti protetti dall'Unesco.  E' inoltre da rilevare che Roma, insieme ad altre 9 grandi capoluoghi, diventa Città Metropolitana e pertanto dovrebbe trasformare i propri 19 Municipi in un certo numero di comuni metropolitani”, prosegue.

 

 

 

 

“Invece, sotto la regia dell'impalpabile e fallimentare sindaco Alemanno, si stanno scontrando per ridurre a 15 i municipi esistenti. Uno studio e un lavoro volto a definire la consistenza e la migliore omogeneità dei nascenti comuni metropolitani sarebbe stato più utile e avrebbe superato i conflitti in corso, anch'essi puerili e di esercizio di muscoli nella capacità di salvare questo o l'altro municipio”, secondo Assogna.

 

 

 

 

 

  Per l’esponente socialista, occorre approfondire e predisporre un progetto dell'architettura istituzionale funzionale ed efficace “vista dalla parte degli interessi dei cittadini”, rimuovendo l'errore compiuto dal centro-sinistra di mettere in Costituzione sullo stesso piano dei poteri e di importanza comuni, province, regioni e governo, generando inevitabili conflitti di competenza con infiniti e consistenti ricorsi alla corte costituzionale.

 

 

 

    “Dobbiamo essere consapevoli che una struttura stratificata è estremamente costosa (non più sopportabile) e poco funzionante per una società moderna che richiede tempi solleciti di risposte e non passaggi infiniti da un ufficio all'altro”.

 

 

 

“L'auspicio è quello che l'imminenza del rinnovo del parlamento, che vergognosamente rimarrà di 945 tra deputati e senatori non avendo avuto il coraggio di approvare le relative norme benchè tutti si dichiarassero d'accordo, possa recepire la volontà dei cittadini di eliminare ruberie, sprechi e delineare una struttura dello Stato adeguato alle esigenze di una società civile e moderna”.

 

 

 

  “Speriamo”, conclude,  “che la nuova legge elettorale consenta di nuovo ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti parlamentari, piuttosto che i nominati da quattro persone nel chiuso delle proprie stanze. E' una speranza senza certezze, visto il gioco delle tre carte in cui va avanti la legge al senato”.