“Chiediamo inoltre che la Asl Roma 3 si costituisca come parte civile a tutela del personale medico”

Ostia - A distanza di solo due mesi alla fiaccolata di Pisa in commemorazione della Collega Barbara Capovani, che ha riunito nel cordoglio una intera Nazione, la CISL MEDICI registra l’ennesimo episodio di aggressione al Personale Sanitario.


“Succede in Pronto Soccorso all’Ospedale Grassi di Ostia, durante il turno notturno dell’8 luglio, proprio il giorno in cui viene diffuso a mezzo stampa che il Ministro della Salute ha comunicato la decisione di allungare l’orario di apertura dei posti di Polizia in 6 grandi Ospedali Romani, che saranno in funzione 24 ore su 24.  Il provvedimento intrapreso non può che raccogliere il consenso del Personale Sanitario, ma induce una dovuta riflessone anche su realtà “periferiche”, come il “Grassi” di Ostia, sulle cui criticità si sono alternate numerose evidenze in relazione al Pronto Soccorso, così come ad altre Unità Operative”, lo dichiarano in una nota congiunta per Federazione Cisl Medici il Dott. Biagio D’Alessandro Segretario Generale di Roma Capitale e Rieti e la Dott.ssa Francesca Bruno
Segretario Aziendale ASL RM 3. 


Le relative manovre correttive, permetterebbero la fidelizzazione dei Professionisti alla propria Azienda, di cui hanno bisogno di sentire la necessaria attenzione, al fine di interrompere il fenomeno della “fuga” dalle Strutture periferiche verso gli Ospedali Romani. Fenomeno che penalizza la cittadinanza prima che i Professionisti, che molte volte riescono a trovare condizioni più congeniali altrove, mentre la cittadinanza si limita a perdere servizi erogati. È per questo che la CISL MEDICI, - prosegue la nota - ritiene di dover inoltrare alla Regione Lazio la richiesta di includere anche l’Ospedale “Grassi” di Ostia tra quelli che disporranno di una postazione di Polizia fissa, 24 ore su 24”.

 

“Alla ASL Roma 3 inoltriamo l’invito a costituirsi parte civile a tutela del Personale Medico interessato dal recente evento e dei Pazienti, aggiungiamo, che hanno subito una (sia pur momentanea) sottrazione dell’assistenza da parte dei Sanitari, che sono stati impegnati nella risoluzione della problematica con le Forze dell’ordine, configurando da parte dell’aggressore, verosimilmente, una “interruzione di pubblico servizio. La CISL MEDICI – conclude la nota - è sicura che entrambe le richieste saranno tenute nella dovuta considerazione, auspicando di arginare il ripetersi di episodi della stessa natura”.