Ostia - “Una soluzione alternativa, dignitosa, pacifica e negoziata: è questa la richiesta degli abitanti della comunità del Centro socio abitativo della Vittorio Emanuele, avanzata ormai da tempo. Nonostante i tentativi di dialogo, invece, l'imminente sgombero che coinvolgerà l'ex colonia dimostra l'incapacità, o meglio, la volontà di non affrontare umanamente la questione da parte dell'amministrazione prefettizia, scavalcando le persone e i propri diritti. Il muro alzato dal prefetto Vulpiani, come dimostrano le ultime dichiarazioni del Centro socio abitativo, ne sono la dimostrazione”, dichiara Flavio Tannozzini del Laboratorio Civico X.

“C'è chi nell'ex Colonia vive legalmente, poiché in possesso della residenza concessa dal Comune di Roma: prima legali, ora illegali? Dunque, i tentativi di far emergere esclusivamente aspetti di illegalità e criminalità, generalizzando e influenzando negativamente l'opinione pubblica, sono un chiaro segno di come non vi sia alcuna volontà di dialogo bensì solo una politica cieca e indifferente nei confronti delle persone”, prosegue Tannozzini.

“Persone. Parliamo di individui: uomini, donne, bambine e bambini che vivono nell'incertezza del loro futuro. Non possiamo avere idea di cosa significhi convivere con uno stato di tensione per l'imminente sgombero e non avere idea di quando questo avverrà. È disumano – afferma Diego Gianella del Laboratorio Civico X - come lo è non fornire delle alternative e cancellare la vita di una comunità con un provvedimento del genere. Siamo al fianco degli abitanti dell'Ex Colonia e chiediamo che venga fatta chiarezza sulle soluzioni alternative, qualora queste vi siano. Di certo, smembrare nuclei familiari, proponendo l’alternativa di una casa famiglia solo per mamme e bambini, dimenticando la figura dei padri, non può essere considerata una valida soluzione”. “Chiediamo - conclude Gianella – che venga attribuita quanto prima la delega all’assessorato alla Casa di Roma Capitale per far fronte a questa emergenza abitativa”.