Ostia – Insegnanti, allievi e genitori si ritroveranno domani, giovedì 20 agosto, alle ore 12, davanti alla Femus Art School di Ostia per ballare insieme, chiedendo la solidarietà di tutti, allo scopo di far rinascere la scuola di via Antonio Forni. Il centro, frequentato da 70 ragazze e ragazzi che praticano la break dance e l’hip hop sotto la guida dei maestri, fu sgomberato e sottoposto a sequestro preventivo il 15 maggio scorso dal reparto di polizia giudiziaria del X gruppo Mare e dagli agenti della Sicurezza pubblica emergenziale in quanto, come spiegò in quell’occasione Alfonso Sabella, assessore capitolino alla legalità e delegato per il X municipio, si trattava di uno spazio “occupato abusivamente almeno dal 2005” che potrebbe diventare “un simbolo di legalità”.


La scuola, dunque, fu chiusa, nonostante lo sbigottimento ed il dispiacere degli allievi che fino alla scorsa primavera l’avevano frequentata. Sui motivi della decisione di disporre il sequestro, interpellato al riguardo, l’assessore Sabella precisò che lo spazio sequestrato è di proprietà del Comune ed era stato occupato abusivamente almeno dal 2005 dall’associazione Femus art school, composta dalla titolare della scuola Elisabetta Ascani, dal compagno Roberto Spada e da un altro familiare”.


Nel frattempo, però, ragazzi e insegnanti, sostenuti dalle famiglie, non si sono arresi alla chiusura di uno spazio che in un quartiere dove non esistono centri di aggregazione sociale per i giovanissimi, dopo la ‘scomparsa’ dello skate park ‘The Spot’, rappresentava, forse, una delle poche ‘risorse’ rimaste, forse l’unico punto di riferimento. Fermo restando che laddove esistano abusi il ripristino della legalità è doveroso, ciò che la Femus chiede è la "possibilità di trovare una soluzione, sanando gli abusi contestati e regolarizzando la propria posizione".


“Abbiamo più volte chiesto un incontro con il municipio, ma è stato altrettante volte rinviato”, spiega un’insegnante: “ora settembre è alle porte e i nostri allievi hanno bisogno del loro punto di riferimento. Domani”, prosegue, “presenteremo un progetto per poter far rinascere la scuola e continuare il nostro percorso iniziato dieci anni fa. Per questo motivo, all’esterno della Femus faremo una manifestazione per sostenere una giusta causa. Chiediamo solidarietà per chi fa parte ed ha fatto parte della nostra famiglia. Non chiediamo tanto… Soltanto farci ascoltare, ballando... In pace! Solo sana solidarietà. Niente altro”, conclude l’insegnante.