Ostia antica – Da Roma ladrona a Venezia ladrona. La storia non cambia. Anche nella Serenissima è  emerso l'ennesimo scandalo di tangenti con gli stessi sistemi di fatture false, fondi all'estero e ruberie dei nostri soldi. “Non ci sono più parole di fronte alla nuova e sempre vecchia pratica affaristica consumata a Venezia che vede coinvolti sia politici e amministratori del Pd e del centro-destra e sia un generale della guardia di finanza, magistrati, oltre a costruttori, già corrotti, e intermediari di mazzette senza colore politico, ma profondamente inseriti con le persone che contano e decidono sull'erogazione e approvazione dei finanziamenti e dei lavori da affidare”, dichiara Gioacchino Assogna, presidente del comitato di Ostia antica ‘Sos soccorso cittadino’.

 

“E’ una situazione in cui coloro che dovevano controllare, avevano gli occhi coperti dai soldi dei controllati. Qualcuno ha giustamente ironizzato che siamo passati dalle accuse a Roma Ladrona a quella reale di Venezia Ladrona.  Abbiamo vissuto l'epoca di Tangentopoli, caratterizzata dal finanziamento illecito ai partiti, per passare ad un sistema di tangenti verso personaggi che si ingrassano con i soldi dei cittadini, giustamente arrabbiati perchè costretti a tanti sacrifici, mentre c'è un mondo che spende e spande intascando mazzette”, prosegue. “Evidentemente quelli che strillavano per cambiare il sistema degli appalti e così mettere fine alle tangenti, hanno dimostrato tutta la loro incapacità se dopo oltre venti anni il sistema corruttivo si è addiruttura ampliato, nonostante i partiti politici siano ormai ridotti a nulla e subiscano per la loro debolezza tutti i ricatti dei poteri forti e degli interessi padronali e finanziari costituiti.  E' stato nominato un alto magistrato, Raffaele Cantone, a presiedere l'Autorità Anticorruzione ma si scopre che non ci sono le norme per farlo intervenire, neppure sull'Expo di Milano, su cui recentemente è scoppiato l'ennesimo scandalo e relativi arresti”, continua Gioacchino Assogna.

 
“Quando l'autorità e la responsabilità viene spostata dalla prevista istituzione pubblica a quella di società di comodo con poteri appaltanti (come infrastrutture a Milano), oppure l'affidamento ad un unico concessionario privato (come al Consorzio Venezia Nuova) che non dovrà fare alcun bando di gara pubblico per i lavori necessari al Mose, è scontata l'ampia facoltà gestionale e sistemi di favore verso determinate aziende propense a erogazioni compensative, senza controlli reali.  Sono percorsi pensati, elaborati e praticati in modo scientifico per conseguire la situazione corruttiva scoperta dal Tribunale di Venezia.  Adesso si ricomincerà a parlare di nuove norme di prevenzione e repressione, eludendo il punto principale di tornare alla responsabilità e trasparenza  della istituzione pubblica preposta alla realizzazione dei progetti approvati (Comuni, Regioni, Stato) e dei corrispettivi dirigenti, con i vincoli dei tempi e dei costi preventivamente stabiliti, senza deroghe e con penalizzazioni in caso di mancato rispetto delle scadenze e della qualità realizzativa. Così avremo meno opere incompiute e meno varianti in corso d'opera fasulli.  Purtroppo”, conclude, “vedo nella gente molta rassegnazione e sfiducia nella capacità di saper correggere la grave situazione da parte dei nostri governanti”.