Memoriacinema all’Ecomuseo: le rivolte alla Carbosulcis e l’operaismo contemporaneo francese
Ostia antica - Secondo week-end di programmazione sabato 19 e domenica 20 gennaio per MemoriaCinema, decima edizione della rassegna che l’Ecomuseo dedica al cinema documentario e del reale sulla storia delle genti e dei territori.
Dopo Ermanno Olmi e Ken Loach è la volta di due registi forse meno conosciuti al grande pubblico italiano ma decisamente fondamentali per le loro opere e per come hanno trattato le caratteristiche e l’evoluzione delle dinamiche lavorative, tema centrale della rassegna.
Daniele Segre, soprattutto, forse più noto all’estero che nel nostro paese, ha dedicato tutta la sua carriera fotografica e cinematografica ai temi della marginalità sociale e del lavoro. Il sessantenne regista alessandrino esordisce infatti alla metà degli anni 70 con reportage fotografici ambientati a Torino e imperniati sul rapporto fra droga, giovani ed emarginazione. Nel corso degli anni 90 inizia a realizzare una serie di opere – premiate in tutto il mondo – che, se messe insieme, possono rappresentare una enciclopedia italiana per immagini sul tema del disagio sociale, del lavoro, dei lavoratori e delle dinamiche produttive nel nostro paese, senza però mai tralasciare – e questa è una sua cifra di stile e sensibilità – l’aspetto umano ed emozionale.
Dinamite (Ita, 1994), la cui proiezione è prevista per sabato 19 gennaio 2013 alle ore 15,00 racconta delle prime durissime rivolte nell’ultima miniera di carbone italiana, oggi tornata di estrema attualità: la Carbosulcis, in Sardegna.
Laurent Cantet, regista francese cinquantenne, gira pochi documentari solo ad inizio carriera. Passa poi ai cortometraggi e infine, nel 1999, dopo essersi messo in evidenza con alcuni premi vinti dai suoi primi lavori brevi, trova un produttore per il suo Risorse umane (Fra, 1999). All’interno del mondo sindacale a cavallo tra i due millenni, la trovata narrativa e drammatica di Cantet è quella di puntare l’attenzione su un padre e un figlio, operaio di umili origini il primo, mentre il secondo, grazie alle fatiche del padre ha potuto studiare, laurearsi e appassionarsi al sindacalismo militante.
La proiezione è in programma domenica 20 gennaio 2013 alle ore 10.30.
Il film ha avuto alcuni passaggi anche nelle televisioni italiane, ma sicuramente il nome di Cantet è più facilmente associabile ad uno dei lavori più interessanti del cinema europeo di questo decennio: La Classe (Fra, 2008). Scritto utilizzando i diari di un insegnante di scuola media, il film racconta un anno di una classe della periferia parigina, la sua complessità relazionale, di provenienza etnica e sociale.
Film nel quale, Cantet, è ovvio sottolinearlo, ha messo in pratica la lectio magistralis del “nostro” Vittorio De Seta che con Il Diario di un maestro (Ita, 1972) per primo ha sperimentato in una classe elementare del Tiburtino terzo un genere indefinibile di Cinema in progress, a metà tra finzione e realtà.
MemoriaCinema vi aspetta nella sala visioni dell’Ecomuseo del Litorale Romano, all’Impianto Idrovoro di Ostia Antica. Al termine delle proiezioni gli Incontri sul cinema documentario e del reale tenuti dal regista e ricercatore Paolo Isaja.
Come sempre l’ingresso alle proiezioni e agli incontri è gratuito.
Trame dei film.
Dinamite (Ita, 1994) di Daniele Segre
L'ENI vuole chiudere l'ultima miniera di carbone ancora esistente oggi in Italia. Si tratta della Carbosulcis in Sardegna. I minatori, naturalmente, non ci stanno. Inizia così una delle più dure lotte operaie di questi ultimi anni. Daniele Segre è sceso con la cinepresa fino a quattrocento metri sotto terra per seguire e filmare le fasi dell'occupazione "alla dinamite" della miniera e per raccogliere le ragioni dei minatori in rivolta: costretti a lottare duramente per non perdere il loro terribile lavoro. Daniele Segre ci porta, con il suo sguardo documentaristico-narrativo, in una delle realtà sconosciute del nostro paese
Risorse umane (Fra, 1999) di Laurent Cantet
Il film racconta la storia del giovane laureato Franck (Jalil Lespert), che ritorna alla sua città natale in Normandia per fare uno stage manageriale nel reparto risorse umane della fabbrica in cui il padre lavora come saldatore da 23 anni. In un primo tempo egli è lodato, sia dagli amici che dai parenti, per lo strappo sociale che è riuscito a fare, passando da figlio di operaio a "colletto bianco", ma molto presto nascono invidie e rivalità. Franck stringe amicizia con Alain, un lavoratore nero a cui suo padre ha insegnato il lavoro, ma questo legame viene osteggiato dai "colletti bianchi".
Franck si rende ben presto conto che il suo capo, intende utilizzare la legge sulla riforma delle 35 ore lavorative settimanali per giustificare il ridimensionamento della forza lavoro della fabbrica, e fra i nomi che dovranno saltare figura anche quello del padre del ragazzo. Questo porterà a un confronto tra il tirocinante e la gestione, tra i lavoratori e i proprietari e, in definitiva, tra padre e figlio.
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