Ostia antica – Protesta degli imprenditori di via Ostiense che, dopo l’interruzione dei lavori appaltati dall’ormai commissariato Consorzio di bonifica Tevere e Agro romano per il ritrovamento di alcuni reperti archeologici, da alcuni mesi stanno subendo notevoli danni economici a causa della chiusura del corrispondente tratto della consolare. Imprenditori e lavoratori hanno attaccato alle transenne cartelli con su scritto ‘Via Ostiense la tomba delle imprese’ e 'Via Ostiense la foiba dei lavoratori'.

IL SIT IN – Una trentina tra lavoratori e titolari di 56 imprese - dove lavorano decine di dipendenti - che si trovano nel quadrante dell’Ostiense subito dopo l’incrocio di Ostia antica, si sono ritrovati giovedì pomeriggio per esprimere il loro malumore e la preoccupazione per un futuro che adesso appare più incerto. A seguito della chiusura della consolare, infatti, il traffico è stato interrotto con conseguenze così gravi che alcuni imprenditori si troverebbero costretti, come riferisce Gaetano Di Staso del comitato di quartiere Ostia antica-Saline, presente con altre associazioni locali al presidio, a valutare l’ipotesi di licenziamenti.

CANTIERE FERMO – “L’area interessata dagli scavi, fermi da circa sei mesi, è ormai una fossa abbandonata circondata dalle sterpaglie con resti di cantiere accatastati alla rinfusa, mentre si apprende che i reperti archeologici sarebbero ormai stati rimossi dalla Soprintendenza ma, nonostante questo”, spiega Gaetano Di Staso, “i lavori del Cbtar non sono ripresi: perché far morire decine di imprese mettendo sul lastrico centinaia di famiglie?”. “La domanda dei lavoratori e degli imprenditori, costretti a dover ricorrere a dolorosi licenziamenti, è ‘Qual è il motivo oscuro che non permette la ripresa dei lavori?’”.

IL SOSTEGNO - Le associazioni locali, Ostia Antica Nostra e Salviamo Ostia antica, e il locale comitato di quartiere esprimono “tutta la loro solidarietà e danno completo sostegno alle iniziative delle imprese e dei lavoratori coinvolti in questa drammatica situazione che coinvolge centinaia di famiglie e di aziende”.