Ostia - Per la famiglia di Mario Malatesta, il 77enne che lo scorso 22 dicembre ha perso la vita cadendo nella tromba dell'ascensore della palazzina numero 26 di via Unmberto Cagni non c'è pace. Dopo la perdita di una persona cara ora i famigliari devono fare i conti con la mancata giustizia. E' di due giorni fa infatti la notizia di una richiesta di archiviazione del caso da parte del magistrato inquirente che ipotizza la tragica fatalità. Una richiesta che ha sconvolto i parenti della vittima descritta come un soggetto psicologicamente instabile.


"La notizia ci ha sconvolto, non possono far passare mio padre come una persona che non era" ha dichiarato Stefano, figlio della vittima. "L'ascensore è sempre stato un pericolo per i residenti di questa palazzina, mio padre poteva non essere la sola vittima visto che anche un bambino di 4 anni ha rischiato la vita. Per sentirci sicuri abbiamo costruito noi una barriera che bloccasse l'accesso all'ascensore". 


A sostenenre la famiglia Malatesta nella battaglia contro l'archiviazione del caso come tragico incidente l'avvocato Domenico Stamato,
“Una archiviazione che arriva con eccessiva ‘tempestività’ e che significa che non ci sono responsabilità” ha dichiarato l'avvocato Stamato, rappresentante della famiglia. "Ci sono troppe ‘anomalie’ ed è per questo che ci opporremo andando in camera di consiglio davanti al gip per  chiedere una nuova perizia." 


I residenti della palazzina di via Cagni non si sentono al sicuro, l'ascensore continua ad essere un incubo dal quale non riescono a svegliarsi e per il quale continua a non trovarsi una soluzione definitiva.


"Manca la sicurezza, in una palazzina piena di bambini ed anziani non possono verificarsi episodi simili." Ha dichiarato Dario Bensi, direttore del Centro di formazione Pasolini, molto vicino alle problematiche del quartiere di Ostia Ponente.