Ostia – Picchiò il bagnino ferendolo gravemente: arrestato. Dopo quattro mesi è stato arrestato dagli agenti del commissariato Lido di Ostia, in regime di detenzione domiciliare, il noto imprenditore balneare Claudio Balini in ottemperanza all’ordinanza di applicazione della misura cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Roma che ha accolto la richiesta del pubblico ministero visti i gravi indizi di colpevolezza in merito a quanto accaduto lo scorso mese di luglio presso lo stabilimento balneare Il Bettina, ex Corallo, sul lungomare Amerigo Vespucci, a Ostia Levante.



L’AGGRESSIONE – Secondo la ricostruzione fornita dagli agenti del commissariato Lido di Ostia, diretto dal dottor Antonio Franco, che indagarono sulla vicenda, Claudio Balini, si rese responsabile di una brutale aggressione nei confronti di un giovane dipendente 22enne che svolgeva l’attività di assistente bagnante presso lo stabilimento di cui è titolare. Per questa aggressione il concessionario già a luglio era stato denunciato per i reati di lesioni aggravate e sequestro di persona dagli investigatori del commissariato. Claudio Balini è cugino di Mauro Balini, presidente del porto turistico di Roma, arrestato pochi giorni prima questo episodio. 



LA POLIZIA - I poliziotti agli ordini del dottor Antonio Franco, dopo essere intervenuti ricostruendo la dinamica dell’ accaduto, avevano accertato che poco prima l’uomo, dopo aver rinchiuso la vittima all’interno del proprio ufficio impedendogli di uscire, lo aveva picchiato selvaggiamente lasciandolo a terra, e che soltanto l'intervento provvidenziale di un altro dipendente aveva evitato che potesse accadere il peggio.


LA VITTIMA – La vittima, soccorsa e accompagnata in ospedale, aveva riportato la frattura dell’orbita, contusioni al torace e all'addome nonché contusioni plurime, con una prognosi di 40 giorni. In questa occasione fu determinante l’immediato sequestro del sistema di videosorveglianza interna dello stabilimento da parte degli agenti, che ha permesso di ricostruire con efficacia l’intera vicenda.


IL GIUDICE - A seguito dell’attività, delegata dal pubblico ministero, sono stati ascoltati tutti i testimoni presenti che hanno avvalorato la versione della vittima sin dalle prime fasi dell’aggressione. L’esigenza della misura coercitiva avanzata dal pubblico ministero è stata quindi accolta dal giudice che l’ha motivata come segue “in relazione a situazioni di concreto ed attuale pericolo per l’acquisizione e genuinità della prova ed in ragione della gravità del fatto e delle modalità dell’azione criminosa, attesa la spiccata indole violenta dell’indagato ritenendo che questi possa compiere attività intimidatoria nei confronti della vittima e degli altri testi”.



LE REAZIONI – L’allora sindaco di Roma Ignazio Marino, appreso l’accaduto, scrisse su Twitter: “Dalla parte del ragazzo aggredito a Ostia dal gestore del lido perché si riposava dopo 12 ore di lavoro. Contro ingiustizia e sfruttamento”. Anche Alfonso Sabella, ex assessore alla legalità del Comune di Roma con delega per il litorale, venuto a conoscenza dell'aggressione disse: "Sono venuto a conoscenza che il ragazzo è stato preso a calci e pugni dal suo datore di lavoro perché dopo dodici ore di servizio si è fermato per riposare all'ombra. Queste sono logiche feudali che hanno dato vita alle mafie tradizionali nel sud Italia e noi non possiamo permetterlo".