Ostia – “Damme i sordi” e “nun chiamà nessuno, so chi sei e ndò abiti e so dove venitte a cercà” erano le frasi minacciose sibilate, con forte accento romanesco, da F.C., 45 anni, italiano, numerosi precedenti penali, durante la sua ‘attività’ di rapinatore. Tra gli obiettivi commerciali presi di mira dal malvivente, arrestato in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dall’autorità giudiziaria per il reato di rapina aggravata e continuata relativa a 9 ‘colpi’, commessi ai danni di attività commerciali di Ostia e dell’entroterra nonché del quartiere San Paolo. Riconosciuto responsabile delle rapine in 4 negozi di telefonia, 2 profumerie, 2 farmacie ed un negozio di abbigliamento.



IL RAPINATORE - Il 45enne, che era diventato il terrore dei negozianti, è stato arrestato dopo un’accurata attività investigativa durata mesi dagli agenti del commissariato Lido di Ostia diretto dal dottor Antonio Franco. L’indagato si distingueva per l’andatura claudicante e per avere sempre il viso nascosto dal cappuccio della felpa indossato sopra ad un berretto con visiera.



IL MODUS OPERANDI - Identico il “modus operandi” utilizzato in occasione di tutte le rapine. Dopo aver minacciato i titolari o i dipendenti degli esercizi commerciali con un coltello o con un pugnale da sub, solo quando all’interno dei locali si trovavano donne tra i clienti, si faceva consegnare il denaro. Tuttavia nei negozi di telefonia, oltre all’ incasso, il malvivente era solito farsi consegnare anche i telefoni, chiedendo gli ultimi modelli di smartphone.



L’ARRESTO - Gli investigatori  diretti dal dottor Franco, grazie ad un lavoro certosino durato alcuni mesi attraverso l’estrapolazione minuziosa delle immagini di videosorveglianza raccolte, sono riusciti ad individuare i tratti somatici del volto risalendo così all’indagato, riconosciuto inoltre da tutte le vittime in tutte le individuazioni fotografiche effettuate. E’ stato così ricostruito un quadro indiziario e probatorio tale da legittimare l’emissione nei suoi confronti della misura cautelare da parte dell’autorità giudiziaria anche a causa della ritenuta sussistenza del pericolo della reiterazione del reato. La serialità e la sicurezza mostrata dal malvivente nel corso delle sue azioni fanno ritenere agli investigatori che il 45enne considerasse tale “attività” la sua unica “occupazione”.