Ostia  – Non si sono mai interrotte  le ricerche degli autori dell’efferato omicidio del gioielliere Francesco Lenzi. A conclusione delle indagini, estese a livello internazionale con la collaborazione dell’Interpol, i carabinieri del gruppo di Ostia hanno posto fine alla rocambolesca fuga del trentenne romeno Nicolau Robert Georgian, uno degli autori dell’omicidio, latitante da oltre due anni. L’uomo è statorintracciato in Spagna, a Bilbao, dove è stato catturato e, nei prossimi giorni, verrà estradato in Italia.


l gioielliere Lenzi, ucciso al culmine di una rapina il 25 novembre 2008 nella sua villetta all’Axa, a Roma, fu prima torturato e poi ucciso da una banda di giovani rumeni, introdottisi in casa con la complicità della domestica rumena. Le indagini dei carabinieri del nucleo investigativo di via Zambrini hanno permesso di identificare il gruppo dei malviventi, ai quali nel tempo la corte d’assise di Roma ha inflitto pesante condanne.



 

Grazie a questo arresto salgono a 6 le persone finite in manette per l’assassinio del gioielliere, massacrato nel villino di via Tespi. Proseguono intanto le indagini degli inquirenti per rintracciare l’ultimo ricercato. L’arrestato, già noto alle forze dell'ordine italiane, si era rifugiato nella città spagnola a casa di alcuni connazionali della città di Galati, in Romania. E sembra che per non destare sospetti avesse tentato di rifarsi una vita in qualche modo normale svolgendo dei lavoretti. Ma gli investigatori erano sulle sue tracce da tempo e sono arrivati indagando su amici e parenti. Quando la guardia civil spagnole è andata ad arrestarlo, con una rogatoria internazionale emessa dalla procura di Roma, ha cercato di spacciarsi per un’altra persona, ma è stato incastrato dalle impronte digitali.

 

 

 

 

 

 

 

Inizialmente i carabinieri non esclusero alcuna pista in quanto la vittima aveva dei debiti  anche se ben presto venne a galla la verità, ossia che Lenzi era stato barbaramente ammazzato per rapina. Furono sottratti dalla cassaforte che aveva in casa dei gioielli, che poi furono ritrovate da uno dei complici che li aveva “dimenticati” sul treno, a Milano. Il balordo era sceso alla stazione di Bologna per fumare una sigaretta ed il convoglio era ripartito. I preziosi si trovavano dentro uno zainetto: riconoscibili per i cartellini con la sigla della gioielleria.