Ostia - Ostia, precipitò nella tromba dell’ascensore: archiviato come ‘incidente’. Il legale: “Ci opporremo”. Dopo meno di cinque mesi dalla tragedia in cui il 22 dicembre scorso perse la vita Mario Malatesta, un pensionato di 77 anni che abitava con la moglie e il figlio in una palazzina al civico 26 di via Umberto Cagni, a Nuova Ostia, ecco la richiesta di archiviazione del magistrato inquirente, Roberto Felici, che ipotizza la tragica fatalità.


E dunque l’assenza di responsabilità.L’anziano precipitò nella tromba dell’ascensore proprio mentre un tecnico si trovava sul luogo per la riparazione dell’elevatore, che da tempo non funzionava. E che, ha detto oggi a Ostiatv Sabrina Giacobbi, che abita nello stesso condominio ed è rappresentante del Comitato spontaneo donne di Nuova Ostia, ancora adesso è guasto. Tornando a quel maledetto giorno, la caduta ebbe esiti fatali. E il 77enne morì sul colpo. Fu aperta un’inchiesta e ci furono dei sopralluoghi. Il primo, nell’immediatezza dei fatti, ed un paio di altri tra gennaio e febbraio.  Poi, l’8 aprile scorso il pm incaricato di fare luce sulla vicenda, il sostituto procuratore Felici, ha chiesto al gip l’archiviazione del caso. E ieri, lunedì 13 maggio, è arrivata la comunicazione anche ai familiari del signor Malatesta.“Una archiviazione che arriva con eccessiva ‘tempestività’ e che significa che non ci sono responsabilità”, sottolinea Domenico Stamato, il legale che insieme alla collega Francesca Lauretti rappresenta la famiglia: “ci sono stati i sopralluoghi tecnici condotti per la difesa dall’ingegner Lopresti, da noi incaricato, e per la proprietà da parte di un perito dell’Arpa, che hanno messo in evidenza delle ‘anomalie’. Ma noi daremo battaglia. Ci opporremo”, prosegue l’avvocato Stamato: “andremo in camera di consiglio davanti al gip chiedendo una nuova perizia. Ci sono troppe ‘anomalie’ negli stessi sopralluoghi svolti: il tecnico nominato dalla Procura è infatti, come detto, un perito di un ente pubblico. E intanto il figlio del signor Malatesta ha già presentato una querela per mancanze nel sistema di sicurezza. In particolare”, spiega, “non vi sarebbe stata una rondella che impedisce alle porte di aprirsi”.


Ed infatti le porte si sarebbero aperte, dopo la chiamata dell’ignaro condomino, mentre la cabina non era ancora al piano. Ed ecco la tragedia. Tornando a quel maledetto giorno, mancavano due giorni al natale e il pensionato nella tarda mattinata era uscito per andare al vicino supermercato Conad. Al ritorno, con le buste della spesa, l’attesa dell’ascensore. E poi la morte. “Prima di tutto bisogna tutelare la famiglia di Malatesta”, denuncia Sabrina Giacobbi, “ma bisogna anche dire che l’ascensore ancora adesso è guasto. C’erano e ci sono ancora danni all’ascensore. Cinque tra anziani e disabili sono intrappolati ormai da mesi nei loro appartamenti: l’amministrazione Alemanno, dopo tante belle promesse, se ne è lavata le mani. Siamo stati abbandonati: siamo cittadini di ‘serie B’”. E gli stabili non verrebbero così messi in sicurezza. La vedova e il figlio di Malatesta, che hanno gravissime difficoltà economiche, sono disperati: l’uomo, che lavorava per una ditta di trasporti, è disoccupato e la signora ancora non percepisce la pensione. Il comune pagò i funerali. Ci furono impegni e tante promesse. Ma tutto finì lì.L’avvocato Stamato è determinato a difendere fino in fondo la famiglia: “Daremo battaglia: la famiglia acquisirà tutta la documentazione tecnica, anche quella del perito dell’Arpa. Valuteremo gli elementi istruttori per chiedere una proroga delle indagini a carico delle persone indiziate”.