Ostia .- Una vera e propria emergenza sociale a livello nazionale che le associazioni delle donne vogliono contrastare con l'aiuto delle istituzioni. Il femminicidio infatti è una piaga che solo con un intervento immediato e drastico dello Stato si può fermare. Al momento infatti mancano le leggi e gli strumenti necessari a tutelare i diritti di una donna ed è per questo che ieri, presso l'aula Sinibaldi dell'ospedale Grassi di Ostia, medici, donne del teritorio, avvocati e associazioni locali come Punto D e Coordinamento territoriale delle Donne hanno preso parte ad un'assemblera pubblica.


"Il nostro scopo è quello di creare una rete tra i servizi locali e territoriali magari arrivando anche a livelli nazionali per creare una collaborazione effittiva e far nascere un comitato che possa appoggiare tutte le iniziative di tipo culturale e giudiziario a sostegno della lotta contro la violenza di genere" ha dichiarato Manuela Campitelli dell'associazione Punto D


"Mancano totalmente tutti gli strumenti per l'ascolto delle donne vittime di violenza. Ci sono pochissimi centri antiviolenza e alcuni non hanno i mezzi necessari per lavorare. Anche le leggi al momento in vigore non tutelano la donna ed è per questo che vogliamo un intervento tempestivo da parte delle istituzioni come potrebbe essere la ratifica della convenzione di Instambul che riconosce il reato di violenza domestica e di genere", ha dichiarato l'avvocata  Virginia Giocoli


Michela e Alessandra
sono solo le ultime vittime della violenza che sta dilagando nel territorio lidense e per tutte le donne presenti ieri è giunto il momento di dire basta. Dopo il flash mob organizzato il 21 aprile scorso al pontile di Ostia per rompere il silenzio contro la violenza di genere tutto è pronto per la grande marcia che si terrà il 1 giugno prossimo per cercare di smuovere le coscence non solo di chi può realmente dare una mano come lo Stato ma anche delle donne vittime di violenza che per paura non denunciano.


"I dati che abbiamo registrato dal 2006 a oggi sono impressionanti. Stiamo parlando di almeno 120 morti l'anno e dal gennaio 2013 a oggi si sono verificati 30 decessi. Alla base di queste violenze c'è sicuramente la solitudine e la paura di denunciare. Per questo noi oggi qui speriamo di riuscire a infondere il coraggio necessario a tutte le donne vittime di violenza" ha concluso Manuela Campitelli. 


Intanto stasera alle 20 partirà una fiaccolata organizzata dai cittadini a Dragona, quartiere dove vivevano e dove hanno perso la vita le ultime due vittime delle violenze di genere, Michela Fioretti e Alessandra Iacullo. Il corteo partirà da davanti la casa della famiglia di Alessandra Iacullo, sulla cui uccisione la squadra mobile e la polizia di Ostia ancora indagano, per arrivare in via Riserva del Pantano, luogo dove Alessandra è stata ritrovata ormai esanime.