Ostia - Sono ormai una ventina di giorni che gli inquilini delle case Romeo di Ostia e della Capitale sono nel panico. La società che gestisce gli immobili del comune di Roma sta infatti facendo recapitare migliaia di lettere di sfratto e di ingenti somme da pagare quali ‘risarcimento’ ad altrettante famiglie che, pur versando regolarmente un affitto, in alcuni casi anche da vent’anni, non hanno un contratto.

 

 

E nonostante tutte le utenze - acqua, luce, gas -   risultino intestate ai cosiddetti ‘irregolari’. E’ una situazione che sta gettando nella disperazione moltissime famiglie. Famiglie per lo più modeste, con un reddito medio-basso.

 

 

 

 

“Emblematico”, afferma Gioacchino Assogna, presidente del comitato di Ostia antica ‘Sos soccorso cittadino’ che ha denunciato la situazione, “tra i tanti casi quello di una vecchietta, una pensionata, che si è vista richiedere la somma ‘risarcitoria’ di 72.000 euro. Somma che l’anziana, ovviamente, non possiede. Per questa ragione la donna, che teme di finire in mezzo alla strada dall’oggi al domani, è disperata”.

 

Nella sua stessa condizione molte famiglie che non sanno, letteralmente, dove sbattere la testa. Per questa ragione l’esponente del direttivo, a nome dei tanti inquilini delle case Romeo, ha inviato una lettera sia al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, sia al sindaco di Roma, Gianni Alemanno, in cui chiede il loro intervento “per quelle persone che dovrebbero ricevere l’assistenza alloggiativa proprio da parte del comune di Roma” e “per il pericoloso allarme sociale che coinvolge intere famiglie della Capitale”.

 

 

 Con la crisi economica in atto, l’aumento dei suicidi e la disperazione, il rischio di gesti inconsulti è da mettere in bilancio. I termini di scadenza intimati sono di 15 giorni sia per il rilascio dell’alloggio sia per gli importi da pagare a titolo di  “risarcimento”. Secondo Assogna, dal contenuto della raccomandata si dedurrebbe che lo scopo primario sia quello di poter mettere in bilancio da parte della giunta Alemanno questi presunti “crediti” in modo da renderlo “meno fallimentare” rispetto alla realtà.