Bagnoletto, Alessandro Ieva: "Ecco perché rivoglio il laghetto di pesca sportiva"
Bagnoletto - "La passione per la pesca mi è stata trasmessa da mio Padre, che in realtà' non e' mai stato un gran pescatore, ma Papà Antonino Ieva è sicuramente il miglior Padre che potessi avere. Portarmi a pesca fin da piccolo era un modo come un altro per stare insieme e farmi capire che lui c'era e ci sarebbe stato in qualsiasi momento della mia vita. La prima volta, come tutte le prime volte, rimane impressa negli occhi e nel cuore e la mia prima volta a pesca non può essere dimenticata". Dichiara in una nota Alessandro Ieva, presidente CDQ Bagnoletto.
"Ovviamente non essendo un pescatore assiduo, mio padre aveva quelle poche attrezzature per poter pescare, quindi la prima canna da pesca e' stata una canna da punta, forse il filo era grosso come la corda da traino e il galleggiante era buono come boa per il mare, ma tutto questo non importava, ciò che contava e' stare insieme e vedere il proprio figlio divertirsi. Non capivo allora il perché prendevamo una, massimo due trote ogni volta, solo dopo tanti anni ho capito i veri motivi. Quella volta fu indimenticabile - continua Ieva - tenevo gli occhi fissi sul galleggiante con la speranza di vederlo affondare, ad ogni presunto movimento dello stesso mi tremavano le gambe e mi batteva forte il cuore".
"Ecco il sospirato e tanto atteso momento, il galleggiante va giù, d'istinto predo la canna da punta e la tiro verso l'alto velocemente, l'effetto creato e' stato quello di una catapulta, la trota esce come un razzo fuori dall'acqua per arrivare in cielo per terminare la sua corsa sull'albero dell'eucalipto presente nel perimetro del laghetto. Troppo forte e' stata l'emozione che non ho saputo controllare la forza, diciamo che la mia prima trota e' stata un "pesce volante".
"Da quel momento in poi e' stata una crescita continua, mi piaceva andare a pescare e mio padre mi portava soddisfatto. Gli chiedevo sempre di comprarmi un pacchetto di ami nuovi, il filo più idoneo, una canna migliore, e volta dopo volta acquisivo fiducia in me stesso e con il tempo migliorava la mia tecnica. Crescendo ho partecipato a diverse gare locali, mi sono sempre divertito e ottenuto belle soddisfazioni, in più grazie ai Gestori del Laghetto "Laguna Blu", che purtroppo oggi non esiste più, ho vissuto belle esperienze di gare AICS Nazionali, tra le quali Latina, Siena e Vicenza".
"Il mio esordio Nazionale - spiega il presidente del CDQ Bagnoletto - e' stato spettacolare concluso con una vittoria di squadra e diventati Campioni d'Italia nel 2001, anno eccezionale che vedeva la Roma Campione d'Italia (altra mia grande passione). A Siena siamo arrivati quarti ma l'esperienza condivisa con mia moglie e mio figlio Daniele ha fatto si che avessi vinto comunque. A Vicenza e' stata la mia terza e ultima esperienza Nazionale, non e' andata un granché come piazzamento, ma aver condiviso questa esperienza con amici e con mio nipote Alessio, mi ha comunque lasciato un segno indelebile nella mia mente e nel mio cuore. Per alcune vicissitudini famigliari nel tempo ho dovuto mettere da parte questa mia grande passione, ma spero di ricominciare il prima possibile".
"Ciò che ho vissuto con mio Padre voglio viverlo con mio figlio Daniele e trasmettergli tutto il mio amore, lui avrà un grande vantaggio rispetto a me, suo padre sa pescare e come il nonno gli vuole un mondo di bene. Il laghetto di pesca sportiva a Bagnoletto fa parte non solo delle mie radici, ecco perchè lo rivoglio!"- conclude Ieva.
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