Ostia – Potrebbe essere stata una patologia intestinale a causare la morte del piccolo Giordano, il bambino di 7 anni deceduto la sera di domenica 12 gennaio a bordo dell’ambulanza che dall’ospedale Grassi di Ostia lo stava trasportando al pediatrico Bambin Gesù di Roma. Questa mattina è stata effettuata l’autopsia, disposta dal magistrato per chiarire le cause del decesso, all’istituto di medicina legale dell’Università La Sapienza. In particolare si ipotizza, ma al momento si tratta per l’appunto di una ipotesi in attesa di conoscere i risultati dell’esame tossicologico ed istologico che saranno resi noti tra qualche giorno, che a provocare la morte possa essere stato il ‘volvolo’, ossia la torsione dell’intestino determinata dal rilassamento del tessuto che avrebbe comportato uno strozzamento dei vasi sanguigni con conseguente collasso cardiocircolatorio. Al momento della morte, il piccolo Giordano presentava un livello alto di potassio nell’organismo, che potrebbe essere causato da diverse patologie. E’ per questo che si impone la cautela, in attesa degli esiti di tutti gli esami disposti, prima di affermare cosa abbia provocato il collasso fatale al bimbo.

 

Il pubblico ministero, Francesco Scavo, titolare dell’indagine, ha ipotizzato il reato di omicidio colposo ma al momento nessuno risulta iscritto nel registro degli indagati.  In Procura il procedimento è attualmente a carico di ignoti. Il magistrato ha ordinato il sequestro della cartella clinica del nosocomio lidense dove il piccolo la sera di domenica, dopo essere stato accompagnato dalla mamma, Tania Mortella, infermiera di Torvajanica, e dal compagno, anch’egli infermiere, è stato ricoverato in codice rosso nella sala emergenze prima della corsa, tanto disperata quanto inutile, al Bambin Gesù. Da approfondire il motivo per il quale il giorno prima, sabato 11 gennaio, Giordano, che accusava forti dolori addominali, sarebbe stato dimesso con la diagnosi di una colica senza che fosse effettuato alcun esame strumentale. Ma i dolori si erano ripresentati, violenti, anche il giorno dopo. E ai genitori non era restato altro da fare se non tornare al pronto soccorso del Grassi dove la situazione sarebbe ben presto precipitata: il piccino avrebbe avuto il primo arresto cardiaco. Già intubato, era stato trasferito sull’ambulanza a bordo della quale si trovavano l’anestesista e il pediatra. Il commissario straordinario della Asl Roma D, Alessandro Cipolla, e il direttore sanitario, Vittorio Chinni, hanno già condotto un audit interno mentre la Direzione generale della sanità della Regione Lazio ha già chiesto una relazione per conoscere “la successione dei fatti” che si sono svolti in quel drammatico week-end, a partire dal primo ricovero fino al purtroppo inutile trasporto all’ospedale pediatrico, dove il piccolino sarebbe giunto già morto. La madre ha presentato una denuncia per negligenza ai carabinieri di Pomezia.