Ostia – Il presidente del municipio XIII, Giacomo Vizzani, non intende firmare il verbale per chiedere la sospensione dei lavori di realizzazione delle barriere fonoassorbenti lungo la tratta ferroviaria della Roma-Lido. A darne notizia è Roberto Costantini, presidente del comitato Sentinelle degli alberi, che a nome dei cittadini e dei residenti di Ostia si oppone da mesi alla costruzione di un muraglione in cemento armato lungo i 10 chilometri della linea.

 

“Nonostante la buona volontà di Carmine Stornaiuolo, presidente della commissione ambiente, di cui siamo stati testimoni”, spiega Roberto Costantini, “il presidente Vizzani non intende firmare il verbale. Anche se oltre 3.200 cittadini, residenti quasi tutti lungo la ferrovia, hanno firmato e continuano a firmare una petizione contro i pannelli anti-rumore, ossia un muro alto fino a  5,5 metri, e contro il conseguente abbattimento di 130 alberi, a lui, al minisindaco, non interessa niente”.

 

“Seppure si vuole sventrare una parte della città, modificandone profondamente l’assetto urbano, benché sia una città da lui governata, a lui non interessa niente. Se migliaia di cittadini si sono sentiti in dovere di manifestare contro le barriere”, sottolinea il presidente del comitato, “al presidente Vizzani non interessa niente”.

 

“Ci chiediamo a questo punto cosa possiamo fare per destare il suo interesse”, si domanda Roberto Costantini. “La nostra proposta? Dare il suo nome all’opera che è in via di costruzione in modo che per il futuro rimanga impresso nella mente dei cittadini chi ringraziare per il “lungomuro Vizzani”. Magari”, conclude, “questo sarà il nome del muro dal lato verso il mare. Per l’altro lato, invece, stiamo pensando a qualcun altro dell’attuale amministrazione che si è dato tanto da fare per far sì che l’obbrobrio avvenisse”, conclude.

 

Martedì 17 luglio il consigliere Stornaiolo, mentre era in corso un sit-in dei cittadini in via dei Rostri per bloccare i lavori, aveva organizzato una commissione ambiente sul luogo. Ne era scaturito un verbale in cui si chiedeva lo stop dei lavori per intraprendere un percorso che prevedeva la partecipazione dei cittadini alla definizione di un progetto alternativo. Ma il minisindaco non ne ha voluto sapere.