Ostia, barriere Roma-Lido: presentato un esposto-denuncia alla Corte dei conti
Ostia – Sempre alta l’attenzione dei cittadini e dei comitati contro il ‘rischio’ che lungo la linea ferroviaria della Roma-Lido di Ostia vengano realizzate le famigerate barriere anti-rumore. A questo riguardo lunedì 22 aprile il Comitato OstiAttiva si è rivolto alla procura regionale della Corte dei conti chiedendo di accertare eventuali illegittimità nel procedimento amministrativo e nell’esecuzione dei lavori. In particolare, dall’analisi dei documenti risulterebbe che non sia stato rispettato l’ordine di priorità negli interventi. Il d.m. 29/11/2000 recita che il primo intervento deve essere fatto sulla fonte del rumore, quindi binari e treni; solo se questo non risolve il problema si può intervenire con delle infrastrutture, cioè con barriere antirumore.
Inoltre, che non sia stato rispettato il termine temporale al quale era legata una parte del finanziamento: infatti i 2.276.829,46 provenienti dal finanziamento Cipe erano inizialmente vincolati all’apertura del cantiere entro il 31/12/2010, mentre a quella data non era neanche pronto il Progetto esecutivo e i lavori sono iniziati solo a primavera del 2012. Al terzo punto il comitato osserva che avrebbero potuti essere finanziati altri interventi molto più urgenti sulla linea. L’opera infatti è a carico del capitolo di spesa D44107, cioè “Trasferimento dello Stato per l’ammodernamento e potenziamento tecnologico delle linee di interesse regionale e locale in concessione a Met.Ro. S.p.A.”.
“Consideriamo molto più urgenti gli interventi individuati dal Comitato pendolari Roma-Lido con la piattaforma rivendicativa presentata ad ottobre 2012, alcuni dei quali addirittura a costo zero o a costo molto contenuto. Tra questi”, spiegano, “la “riprofilatura” delle rotaie per abbattimento del rumore, potenziamento dell’informazione all’utenza anche mediante avvisatore di ritardi (ottico/acustico), climatizzazione dei vagoni, incremento del personale macchinista e quindi aumento della frequenza dei treni, manutenzione delle stazioni e degli impianti, mantenimento in esercizio sulla linea dei treni più nuovi e aumento del numero degli stessi”. A questo riguardo, secondo quanto riferiscono al direttivo, un intervento all’avanguardia è stato sperimentato in Trentino Alto Adige, nella provincia di Bolzano, con idonei smorzatori di vibrazioni e lubrificatori sui binari, proprio per evitare la costruzione delle barriere antirumore ed il loro nefasto effetto di “settorializzazione” del territorio.
Nell’elenco dei punti sottoposti all’attenzione della Corte dei conti ci sarebbero inoltre gravi difformità tra Progetto definitivo e Progetto esecutivo. Nel primo, approvato nel febbraio 2010 in Conferenza di Servizi, gli alberi di alto fusto da abbattere erano circa 25, mentre nel Progetto esecutivo sono diventati 126. Il materiale dei pannelli fonoassorbenti doveva essere in alluminio ed è diventato calcestruzzo. L’altezza massima era di 4 metri ma è diventata di 5,40 metri. E’ evidente che l’impatto ambientale dei due progetti è completamente diverso, sottolineano a OstiAttiva. Infine, per il comitato, non sarebbe raggiunto l’obiettivo primario dell’opera. Infatti, secondo lo stesso studio acustico di Atac, in alcuni tratti neanche dopo la realizzazione delle barriere il rumore rientrerebbe entro i limiti di legge a fronte di un impatto devastante e di un deprezzamento del valore degli immobili situati nelle adiacenze della ferrovia. In conclusioni, “OstiAttiva”, evidenziando tutta questa serie di ‘incongruenze’, denuncia che l’opera “non può essere considerata di “interesse pubblico”, bensì rappresenta soltanto uno spreco di denaro per un intervento che non garantisce alcuno degli obiettivi per cui verrebbe realizzato”.
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