Ostia, blitz a Castelporziano: ruspe tra le dune. Interviene la guardia costiera
Ostia – Blitz della guardia costiera di Fiumicino a Castelporziano, sul litorale di Ostia. I militari del Nucleo ambiente di viale Traiano sono intervenuti in un’area protetta mettendo fine ad un'attività illegale di devastazione della spiaggia nei pressi dello stabilimento Jumbo Village all'Ottavo Cancello. L’intervento degli uomini agli ordini del comandante Lorenzo Savarese ha permesso di interrompere lo sbancamento dell’arenile dove è presente la macchia mediterranea. Al momento dell’arrivo dei militari tra le dune era in azione una ruspa. La zona di Castelporziano, di particolare pregio naturalistico, è considerata un’area sottoposta a vincolo paesaggistico nonché riserva naturale. E’ già da tempo al centro dell’attenzione del comando della capitaneria di porto di Fiumicino per altri episodi illeciti analoghi. La Procura di Roma, immediatamente informata, ha disposto il sequestro dell’area e di una pala meccanica. Resta alta l’attenzione della guardia costiera a tutela dell’ambiente marino costiero lungo il litorale romano, particolarmente frequentato da turisti e romani e per questo molto delicato.
Il 28 aprile dello scorso anno la capitaneria di porto effettuò una serie di sequestri di chioschi, ristoranti, bar e attrezzature a Castelporziano mettendo i sigilli a quattro strutture balneari su cinque. Alcuni impianti, aperti tutto l’anno e operativi da una decina d’anni, furono sequestrati durante una maxi-operazione contro l’abusivismo. I servizi, su delega del magistrato della procura di Roma, dottor Palazzi, portarono al sequestro di quattro chioschi dei famosi ‘Cancelli’: al Secondo Cancello il gestore fu denunciato per ‘motivi burocratici’. Sequestrati anche ombrelloni e lettini.
L’operazione dello scorso anno, volta a garantire la legalità su questa porzione del litorale lidense, scaturì dal sequestro, avvenuto nel 2012, dei documenti custoditi presso la sede del municipio X relativi alle concessioni e ai permessi ad operare dei chioschi. “Un anno fa sequestrammo tutte le carte in municipio”, spiegò in quella circostanza il comandante Savarese: “dopo un anno di indagini abbiamo accertato che queste strutture non hanno alcun titolo ad operare. E’ abusivismo totale. Stiamo cercando di identificare i titolari e di capire come sia possibile che impianti e ristoranti originariamente di 70 metri quadri si siano allargati fino a coprire 700 metri quadri”.
Secondo quello che emerse, nessuno dei cinque chioschi avrebbe mai pagato canoni di concessione e servizi. Inoltre, la maggior parte sarebbero stati ampliati a dismisura. Dalla metratura originale autorizzata di circa 70 mq, sarebbero diventati ristoranti di 700, 800 mq aperti per tutti i dodici mesi. I militari sequestrarono anche tutti i documenti contabili e commerciali, per risalire a chi effettivamente li gestiva in questi anni.
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