Ostia - Come potenziare i servizi di assistenza domiciliare se quattro infermieri dai centri di Fiumicino e del municipio XIII vengono trasferiti al dipartimento di prevenzione-medicina scolastica? A porsi la domanda Cesare Morra dei comitati di base della Asl RmD, che denuncia il progressivo smantellamento dei servizi socio-sanitari del territorio.

 

“Questi provvedimenti”, spiega l’esponente dell’organizzazione sindacale, “predisposti attraverso il meccanismo della “modalità d’urgenza” (l’inizio dell’anno scolastico a settembre è da considerarsi un evento improvviso e non prevedibile?), per un servizio non previsto nei Lea, sono a scapito di un’assistenza domiciliare che, in tutta la recente normativa e nella letteratura internazionale viene indicata come essenziale per il contenimento dei costi, per favorire i processi di deospedalizzazione e per l’ umanizzazione dei percorsi di cura”.

 
Secondo Morra, questo sarebbe emblematico, anzi la direbbe lunga sulla capacità e volontà di programmazione e organizzazione presenti nell’Asl RmD.

 
“Inoltre”, sottolineano i Cobas, “diversamente da altri settori, esiste una specificità di ruolo per gli infermieri e gli operatori della riabilitazione. Ciò comporta che ogni operatore sottratto dai Centri di assistenza domiciliare determina automaticamente un aumento dei costi per l’esternalizzazione, con conseguente ricorso a strutture private, e l’impossibilità di svolgere le funzioni di programmazione e controllo, obbligatorio nei rapporti di committenza”.

 

Benché nei Cad ci siano già problemi, la decisione di sottrarre quattro infermieri sarebbe un “colpo mortale” ad un servizio e a un patrimonio umano/professionale che spesso si mette in gioco in prima persona, dovendo utilizzare  mezzi propri. Un servizio, tra l’altro, che spesso opera nelle condizioni più disparate, quasi sempre disagevoli, presso il domicilio dei pazienti.

 

I Cobas chiedono pertanto la revoca dei provvedimenti adottati e “l’avvio di un serio confronto sulle criticità e difficoltà, sempre più profonde, relative alla carenza del personale in tutti i servizi e le strutture socio-sanitarie del territorio”.