Michela Fioretti, in centinaia alla camera ardente dell'ospedale Grassi
Ostia - Oggi per qualche minuto l'ospedale Grassi di Ostia si è "fermato" per dare l'ultimo triste saluto ad una collega scomparsa prematuramente. Alle 11 di questa mattina infatti la salma di Michela, l'infermiera del reparto dialisi dell'ospedale, uccisa cinque giorni dall'ex marito, è stata riposta nella camera ardente per permettere a tutti coloro che la conoscevano di fargli un ultimo saluto. Più di 200 persone tra medici, caposala, infermiere di ogni reparto e pazienti che la conoscevano o no si sono stretti in un unico grande abbraccio ponendosi una sola domanda che purtroppo non troverà mai una risposta: perché proprio a Michela?
"Era una donna straordinaria, piena di energia e capace con un sorriso di alleviare le sofferenze dei propri pazienti", ha detto un'infermiera in lacrime stretta al suo compagno.
"L'ospedale ha perso un elemento importante ma soprattutto un pezzo di cuore perché Michela è stata e sarà sempre una di noi" ha detto un medico presente oggi nel corridoio dell'ospedale. Tante le lacrime, la disperazione e soprattutto la rabbia che hanno accompagnato l'ingresso della salma nella camera ardente. Michela, 41 anni, è stata uccisa barbaramente dall'ex marito, freddata con 4 colpi di pistola in mezzo alla strada sul viadotto Zelia Nuttal a Dragona, la notte del 18 aprile scorso. La morte di Michela ha sconvolto tutto il X municipio che si è riunito sul pontile domenica 21 aprile per dare vita ad un flash mob contro la violenza sulle donne e il femminicidio.
‘Per Michela e per tutte le altre, rompiamo il silenzio’, questo il nome dell'iniziativa spontanea organizzata in rete da tre donne di Ostia, che hanno trovato la collaborazione di tantissime persone sensibili al dramma delle donne. Più di 400 tra parenti, colleghe e persone comuni hanno fischiato incessantemente per rompere il silenzio, che è ciò che permette agli uomini violenti di continuare a perpetrare le loro nefandezze.
I funerali di Michela saranno celebrati oggi nella chiesa di Dragona in Via Francesco Donati alle ore 15. Ora tutti pensano alle bambine: l'ospedale infatti ha predisposto due borse di studio e un supporto psicologico per loro e per i nonni materni ai quali temporaneamente sono state affidate le piccole.
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