“Altri 85 pini ‘secchi’ nei campeggi del municipio XIII”
Ostia - Perché in due aree superprotette e supervincolate del litorale romano “si seccano” ben 85 pini? La motivazione è sempre la stessa. Non è la prima volta che accade. “E’ stata rilevata la totale assenza di attività vegetativa delle piante e/o la compromissione statica delle piante” (protocolli QL 80858 e QL 80845 del Dip.to Ambiente del Comune di Roma).
Le due aree si trovano al km 18 della via Cristoforo Colombo su viale di Castelfusano.
A segnalare l’”essiccamento” dei pini è il Laboratorio urbanistico del municipio XIII.
“Entrambi hanno ottenuto il parere favorevole all’abbattimento da parte del Dip.to Tutela ambientale e del Verde – Protezione Civile in data 26 novembre 2011”, spiega Andrea Schiavone, presidente di LabUr. “Dunque, dentro la Riserva naturale statale del litorale romano, dove ci sono interventi di antropizzazione, cioè i campeggi, i pini muoiono”.
“Un caso? Non proprio. Ricordiamo che con Prot. 478964 del 8/11/11 la Regione Lazio ha espresso parere favorevole, con prescrizioni, al progetto di riqualificazione del campeggio a Ostia Castelfusano e che solo a inizio marzo 2012 la stampa ha dato notizia della rimozione del sequestro giudiziario del 13 agosto 2007 del campeggio dove erano stati realizzati 640 mq di cemento da destinare a centro commerciale (nonostante il rinvenimento di una villa romana con sepolture)”, prosegue l’esponente del direttivo.
“Non contenta la Regione Lazio è riuscita a peggiorare le cose con la L.R. 13 agosto 2011, n. 14 (Disciplina delle strutture turistiche ricettive all’aria aperta), grazie alla quale sono possibili colate di cemento nei campeggi scavalcando ogni tipo di vincoli”.
“Qualcuno”, puntualizza Andrea Schiavone, “deve spiegare perché all’interno del campeggio si secchino 65 pini, 3 eucaliptus, 1 pioppo e 1 robinia e si chieda di reimpiantare le seguenti essenze arboree: 30 lecci, 30 pini, 20 esemplari di corbezzolo, 10 esemplari di pioppo nero, 10 esemplari di mirto e 10 esemplari di lentisco”.
“I 65 pini davano forse fastidio al ‘progetto di riqualificazione’ e le nuove piante sono forse quelle inserite nel progetto stesso? La stessa operazione la sta facendo l’altro camping, contro il cui operato già esistono moltissimi esposti in Procura e al corpo forestale dello stato, troppo spesso silente”.
Lì, infatti, si sarebbero ‘seccati’ 20 pini ed è stato chiesto di piantarne altrettanti. “Con questo movimento di pini si stanno liberando delle aree per lasciarne altre disponibili ad un centro turistico estivo, costituito da una infinità di casette, con piscina e servizi pubblici, discoteca e quant’altro senza alcun rispetto per la vocazione paesaggistica del luogo”, interviene Paula de Jesus, urbanista per LabUr.
“Ci domandiamo se sia tutto regolare. L’Ente Parco autorizza senza problemi queste attività, così come il Comune di Roma, e il corpo forestale dello stato non si interroga sul perché tutti questi pini si ‘secchino’ sempre negli stessi posti. Anche la Soprintendenza archeologica di Roma e Ostia non ha nulla da eccepire, nonostante i due campeggi sorgano in aree soggette a ritrovamenti archeologici. L’unica che si lamenta e che dice che tutto questo non è regolare è la natura, ma si sa, nel XIII Municipio non ha voce in capitolo”, concludono.
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