“Dove sono finiti i 3 milioni di euro per la Casa della cultura della Vittorio Emanuele?”
Il progetto era stato finanziato sotto le amministrazioni di centrosinistra comunale e regionale. Stanziati circa 3 milioni di euro. Nel 2008, dopo una serrata mobilitazione, la rete del Cantiere sociale aveva infatti portato a termine la prima fase del progetto di Casa della cultura con l’ottenimento d un finanziamento di 3.000.000 di euro sollecitato al Comune di Roma e alla Regione Lazio e ad un processo di progettazione partecipata che aveva coinvolto numerose realtà del Tredicesimo.
C’erano state proteste, mozioni, interrogazioni. La Casa della cultura era stata, però, dopo l’insediamento della giunta Vizzani, ridimensionata. Ridotti gli spazi, innanzi tutto dove creare il centro.
Adesso, tra le tante cose, ci si chiede dove sia finita quella somma complessiva stanziata per la ristrutturazione dei due piani interessati dal progetto nel primo “pettine” della ex colonia per un totale di quasi 3.000 mq.
Il Cantiere sociale è intenzionato a tornare a discutere di un progetto che avrebbe permesso la creazione di un importante polo culturale per la città di Ostia. L’appuntamento è per venerdì 26 ottobre, alle ore 17.30, al Teatro del Lido di via delle Sirene. A promuovere l’incontro le associazioni che da anni si battono affinché “il territorio non sia preda di interessi cinici e privati”.
“Nella Vittorio Emanuele, grazie ad una tenace ed incessante spinta dal basso delle realtà sociali e dei cittadini, siamo già riusciti a conquistare servizi sociali e spazi di libera espressione e cultura: la mensa ed il centro di accoglienza della Caritas, il centro anziani, la biblioteca comunale, l'ostello della gioventù, il Teatro del lido”, spiegano gli organizzatori del dibattito.
“La giunta Vizzani, nel 2008, affossò il progetto in nome di una Università del mare e congelò per lunghi anni il cantiere di ristrutturazione degli spazi situati nei primi due piani. Nel frattempo, d’accordo con il sindaco Gianni Alemanno, decise di chiudere la straordinaria esperienza del Lido, modello unico di teatro pubblico e partecipato e cuore pulsante della cultura del territorio. Come non bastasse”, spiegano alla Rete, “la giunta Vizzani ha patrocinato premi di poesia dedicati a personaggi discutibili mobilitando l’esercito per sgomberare lo spazio della chiesetta della ex colonia, proprio mentre rifioriva una esperienza vitale da parte di un collettivo giovanile”.
Nel corso degli ultimi mesi, inoltre, il municipio “rimodulato” il progetto originario, come si diceva, spogliandolo delle funzioni culturali multiple, per esempio la ludoteca, per destinare l’intero spazio del seminterrato di 1.200 metri quadrati alle esigenze di un centro giovanile, che dovrebbe aprire a breve.
E’ infatti nato e continua a crescere nel corso dell’ultimo periodo un movimento d’opinione composto da giovani, riuniti nei vari quartieri del municipio, alcuni attorno al progetto Yut, che rivendica spazi di aggregazione e di socialità in una città che ne è priva.
“Oggi, alla soglia della tornata elettorale, il Cantiere sociale invita le reti civiche della città ad un dibattito pubblico in favore di un ritorno ad un modello sostenibile, integrato e partecipato con il settore pubblico. Il progetto di Casa della cultura prevede già degli spazi specifici destinati ai giovani - una piazza telematica, sale prove di danza e teatro, sale prove e registrazione musicali, laboratori di fotografia, montaggio video, un centro di formazione ai mestieri dell'arte, laboratori per il sostegno didattico, spazio ludoteca - , ma all'interno di una visione complessiva che punti a rendere interagenti e funzionali i vari obiettivi, orientati secondo criteri etici oltre che economicamente sostenibili”.
Ciò che il Cantiere condanna è “il tentativo di assegnare gli spazi vuoti e non attrezzati del seminterrato in tutta fretta: sarebbe infatti un servizio ingannevole per gli stessi beneficiari, mentre la riapertura di un dibattito pubblico sarebbe in grado valorizzare le tante energie sociali del territorio, riaffermando la necessità di una visione sistemica e integrata”.
“Negli ultimi 20 anni, e forse più, la ex colonia Vittorio Emanuele, da simbolo del degrado e dell'abbandono, da oggetto del desiderio di speculatori di ogni risma, è diventato simbolo di una Ostia che non si rassegna alla vendita del patrimonio pubblico, ai tagli ai servizi ed alle politiche di austerity, a nascondere sotto il tappeto la polvere della povertà e della precarietà per fare spazio alle lunghe mani dei privati, del malaffare, della malavita organizzata”, sottolineano.
“La Vittorio Emanuele è un bene comune della città e solo grazie alla spinta tenace delle realtà di base, giovanili e non, ha mantenuto e potenziato la sua rete di servizi e opportunità, difendendo i servizi che si trovano al suo interno: la biblioteca Elsa Morante, il Teatro del Lido, il centro socio abitativo per immigrati, le scuole materne, il centro anziani, la moschea, i servizi Caritas, l’ostello della gioventù e infine la Casa della Cultura con le sue dinamiche funzioni socio-culturali”, concludono, invitando tutti a partecipare all’assemblea.
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