Ostia, ‘caso Malatesta’: disposti sei mesi di indagini per fare luce sulla morte del 77enne che precipitò nella tromba dell’ascensore
Ostia – ‘Caso Malatesta’: disposti ulteriori sei mesi di indagini per risalire alle effettive responsabilità nella morte di Mario Malatesta, il pensionato di 77 anni che perse la vita cadendo nel vano dell’ascensore del palazzo in cui abitava al civico 26 di via Umberto Cagni, a Nuova Ostia. Il tragico episodio si verificò il 22 dicembre dello scorso anno quando l’anziano precipitò dal primo piano nella tromba dell’elevatore proprio mentre un tecnico si trovava ai piani superiori per la riparazione visto il suo cattivo funzionamento. La caduta ebbe esiti fatali. E il 77enne morì sul colpo. L’8 aprile scorso il pm incaricato di fare luce sulla drammatica vicenda, il sostituto procuratore Roberto Felici, chiese al gip l’archiviazione del caso ipotizzando la ‘tragica fatalità’. A questa richiesta, però, si opposero i legali della famiglia, gli avvocati Domenico Stamato e Francesca Lauretti, che commentarono che “l’archiviazione arrivava con eccessiva tempestività”. E che pertanto sarebbero andati in camera di consiglio davanti al gip chiedendo una nuova perizia. “Ci sono troppe anomalie negli stessi sopralluoghi svolti: il tecnico nominato dalla Procura è infatti un perito di un ente pubblico. A questo riguardo nei mesi scorsi abbiamo fatto intervenire un nostro tecnico e raccolto elementi”.
Ai primi del mese di ottobre il gip Rosalba Liso, il magistrato che si occupa anche del caso Cucchi, l’ha discussa in camera di consiglio e venerdì scorso, 18 ottobre, ha sciolto la riserva, cogliendo i motivi della richiesta dei legali dei familiari di Mario Malatesta, la compagna ed il figlio Stefano. “Questa proroga rappresenta una importante opportunità per lo svolgimento delle investigazioni difensive e per coadiuvare così l’attività di indagine del pm, arrivando alla comprensione dell’effettivo svolgimento dei fatti e individuare i responsabili, che adesso sono ignoti”, spiega l’avvocato Stamato.
Facendo un passo indietro, la comunicazione dell’archiviazione giunse alla famiglia il 13 maggio scorso. E fu considerata ‘troppo tempestiva’ poiché, come affermarono i legali della famiglia Malatesta, “da gennaio, febbraio, ossia da quando si svolsero i due sopralluoghi tecnici condotti per la difesa dall’ingegner Lopresti e per la proprietà da parte di un perito dell’Arpa, in tre mesi soltanto si sarebbe voluto archiviare il caso”. “Daremo battaglia: ci opporremo”, dichiararono Stamato e Malatesta. Ma la settimana scorsa ecco l’accoglimento del gip che impone altre indagini per sei mesi.
Tornando a quel maledetto giorno, mancavano due giorni al natale e Mario Malatesta era uscito per andare al vicino supermercato Conad. Secondo una prima ricostruzione le porte si sarebbero aperte, dopo la regolare chiamata dell’anziano, ma la cabina non era al piano quando mise il piede all’interno, precipitando nel vuoto. Ma il problema era, come denunciato dagli stessi inquilini, che quell’ascensore non funzionerebbe neanche adesso. La vedova e il figlio di Malatesta, che si ritrovarono in gravissime difficoltà economiche visto che la pensione era l’unica entrata della famiglia, al dolore per la perdita del marito e padre dovettero aggiungere anche seri problemi di sostentamento. Stefano era disoccupato e la signora ancora non percepiva la pensione. Il comune pagò i funerali. Ma tutto finì lì. Dalla scorsa estate il figlio di Mario lavora grazie all’interessamento umano di un noto imprenditore di Ostia ma ora i familiari si rivolgono al sindaco Ignazio Marino per chiedere se, forse, non ci siano delle responsabilità da parte dell’amministrazione capitolina.
Tags: ostia