Ostia - A chi spetta lo smaltimento delle alghe miste a catrame che dieci giorni fa si sono “spiaggiate” sugli arenili di ponente, a Ostia? Recatosi questa mattina all’Ufficio ambiente e litorale di via Martin Pescatore, per sapere chi e quando sarebbe passato a prelevare i detriti lasciati in spiaggia da quella “marea nera, Nicola Lanza, responsabile dello stabilimento Salus, si è sentito rispondere con un “Ci dovete pensare voi”. E con quel “voi” sono da intendere i titolari degli impianti balneari. Che adesso si dovranno sobbarcare anche il costo del conferimento di quei rifiuti speciali, già raccolti negli appositi sacchi della nettezza urbana.

 

Nicola Lanza, trascorsi ormai tanti giorni, visto che le alghe sono in putrefazione e mandano cattivo odore, ha deciso di recarsi presso la sede Uoal di Castelfusano per avere chiarimenti ed indicazioni. Per sapere se a ritirare i sacchetti – al Salus ne sono stati riempiti circa 50 – avrebbe provveduto l’Ama o l’Ufficio giardini. Ma la risposta è stata quanto meno deludente. Dopo aver ripulito personalmente, tra lunedì e martedì scorsi, le spiagge di quello strano miscuglio di alghe rossicce e di una sostanza scura e bituminosa molto simile al catrame, ora i balneari dovranno impegnarsi anche per lo smaltimento.

 

Al gestore dello storico stabilimento di lungomare Paolo Toscanelli è stato spiegato che l’intenzione era quella far intervenire l’Azienda e il servizio giardini. Ma i tempi si sarebbero allungati. E con essi, probabilmente anche i costi. Così, tra il dire e il fare, è stato deciso il “nulla”. Nessuna comunicazione ai balneari che, come dichiara Nicola Lanza, l’anno scorso portavano i sacchi di alghe all’isola ecologica. “Ma quest’anno no, non li accettano: avevo idea di consultarmi anche l’Urbinati per sapere cosa faranno”, aggiunge.  

 

Martedì scorso, durante il sopralluogo in spiaggia effettuato dai quattro tecnici dell’Uoal, era stato raccomandato di raccogliere il tutto negli appositi sacchi per i rifiuti speciali e di informare l’Ama che sarebbe venuta a ritirarli. La misura si rendeva necessaria in quanto la sostanza scura era sconosciuta, presumibilmente dannosa. O tossica. Il giorno prima erano venuti gli agenti della polizia municipale di Roma Capitale XIII ed i tecnici dell’Arpa per compiere la campionatura. Gli esiti delle analisi dovrebbero essere resi noti nei prossimi giorni. Nel frattempo la Capitaneria di Roma ha deciso di vederci chiaro ed ha presentato un esposto per il reato di danno ambientale alla Procura di Roma. Anche se l’allarme è rientrato, l’episodio resta inquietante. Così quei detriti puzzolenti sulle spalle dei balneari.