Ostia – In relazione alla inaugurazione de La città dei mestieri e delle professioni questa la riflessione di Stefano Di Tomassi, insegnante ed esponente de La Ciurma, Missione Apei del municipio 13. “Spero che i futuri rappresentanti politici della formazione partitica emerga sul nostro territorio tengano in considerazione quello che sto per scrivere. E' abbastanza semplice e anche un pò banale, ma spesso è meglio ribadire alcuni concetti facili (rischiando di sembrare demagogici) che balenare elaborazioni complesse e articolate che possano però, con le parole, creare un ambiente nebuloso attorno alle azioni sottostanti. Per questo spero ci sia attenzione e confido che questo accada e sono abbastanza speranzoso poiché si delinea un quadro assolutamente nuovo e nuovi volti , nuovi cuori".
 

"In ambiti così delicati e prezioni, diremo pedagogici e sociali, come la ricerca del lavoro, l'orientamento professionale, la contiguità tra territorio e la ricerca delle risorse umane e non, delle competenze in essere e in divenire tramite la formazione, il collegamento delle piccole e grandi imprese locali con le Istituzioni, è importantissimo preservare un livello professionale e tecnico, delle progettualità e delle varie competenze impiegate, scevro da qualsiasi pressione politica e ben lontano dalle strumentalizzazioni che potrebbero nascere dai periodi preelettorali o dalle dinamiche tra i partiti e i loro gruppi di potere, associazioni o singoli più o meno direttamente collegati a questo o a quel partito , a questo o quel politico. Questo "sacro" rispetto per i lavoratori, in tutte le tipologie e categorie vengano impiegati nello specifico progetto, va tenuto sia dalla destra, sia dalla sinistra, sia dalle realtà che nascano da questo o quel compromesso tra partiti nel passato, presente e futuro.
 
 
"Su questo nuovo ordine, questo nobile assetto, devono vigilare i sindacati . Ancora di più in questo periodo di grande confusione e crisi, nel quale squali e squaletti tutto sommato si trovano assai bene, possono vigilare le nuove associazioni di categoria formati da liberi professionisti e i mass media liberi di dare un'informazione trasparente e chiara. Occorre quindi mantenere una distanza professionale e tecnica "sacra, nobile" dalle possibili collusioni e soprattutto occorre iniziare a impostare una società del lavoro e dei curricula che vinca il populismo e il clientelismo, collegando così il mondo della formazione accademica a quello dell'occupazione. Nello specifico del Progetto "La Città dei Mestieri" gli intenti sono così lungimiranti, per la costruzione di una vera società di lavoratori cittadini,  da necessitare di ambiti professionali e tecnici completamente scevri e liberi dalle pressioni e dalle dinamiche tra partiti. E' particolarmente necessario che i tecnici al lavoro (persone nello specifico altamente qualificate e dalla grande esperienza)  abbiano le mani libere e non siano tirati per la giacchetta da questo o quello di turno . Si sa i politici passano (o almeno dovrebbero, al termine dei mandati) , i lavoratori restano . Al contrario le progettualità che rappresentano un terreno di scontro politico sono ahimé destinate a fallire e spesso con loro tutte le collusioni di vario genere".
 

"L'importanza di gestire una rete pubblica e privata necessita di una collaborazione tra vari enti pubblici e varie professionalità competenti nell'ambito educativo, formativo e pedagogico. Questo costruisce una società del lavoro attiva e non assistenziale. Il mio vuole essere un appello alla sacralità e alla nobiltà nell'ambito lavorativo unito al contesto di orientamento e formazione e in particolare mi affido , mi ripeterò, ai sindacati, alle associazioni locali di categorie professionali, ai mass media libero, affinché siano tenute accese le luci su queste alte progettualità che possono davvero costruire una città fondata sulla competenza curriculare, sulla collaborazione tra Stato, Regione, Comuni e Municipi, nel rispetto degli equilibri tra  macro e micro sistema di questi enti pubblici appena citati. In questo senso, concludo, una supervisione dell'Ente rappresentante la Repubblica per eccellenza occorrerebbe ad essere garanzia sulle operazioni strategiche in atto sui territori e sugli enti locali”.