Ostia – A quando il corso e il censimento degli operatori socio-pedagogici di Ostia? A tornare a riproporre la domanda è l’associazione Ciurma che, attraverso Stefano Di Tomassi, dichiara: “Nel corso degli anni c’è stato un miglioramento dei servizi-sociali del territorio dando la possibilità alle persone e alle famiglie di scegliere il personale di propria fiducia a chi aveva bisogno di un servizio”. Oltre alle agenzie e alle cooperative c'è dunque un'opzione che risponde a criteri più individuali, più rispondente al concetto di "pedagogia della prossimità" di cui don Ciotti, per esempio, ha parlato proprio a Ostia nell'incontro che si è tenuto al Teatro Nino Manfredi lo scorso anno". Secondo quanto ritiene il rappresentante dell’associazione, "ai poderosi appalti pubblici delle agenzie accreditate potrebbe affiancarsi una gestione più oculata del patrimonio pubblico laddove questa sia ottimale al lavoro diretto di èquipe tra assistente sociale e, a seconda dei casi, badante, assistente domiciliare,  psicologo, logopedista".

 
Per Stefano Di Tomassi, il risparmio per le casse municipali e comunali sarebbe ‘sbalorditivo’ e si potrebbe dunque investire nell'incremento del personale e su una distribuzione maggiore dei servizi. Le persone e le famiglie con problematiche avrebbero più persone vicine ed il servizio centralizzato potrebbe essere “più competente e più ampio”. "Le persone e le famiglie vorrebbero che alle Certificazioni di Qualità di stampo internazionale ed europeo si accedesse con  una più semplice, chiara e trasparente attestazione di fiducia "umana" consentita dalla facile consultazione di Registri pubblici delle professioni rispondenti a criteri di "prossimità" e residenzialità. In quest'ottica il miglioramento locale sta avvenendo attraverso corsi da parte del servizio sociale locale e un primo Censimento delle competenze delle badanti e degli assistenti domiciliari. Esistono infatti già delle liste alle quali il cittadino può accedere", spiega. 

 

Da anni stiamo combattendo affinché ci sia una crescita ulteriore ovvero un ampliamento del servizio dando la possibilità di scelta al cittadino non soltanto di essere "badato",  non solo di essere affiancato e assistito, non solo di  essere ascoltato nello studio medico-psicologico, ma anche, direi soprattutto, di essere accompagnato nel suo personale progetto di crescita, di educazione permanente, in una visione pedagogica del sociale e di progettazione individuale attorno appunto alla propria persona e alla propria famiglia”, sottolinea Stefano Di Tomassi:Dobbiamo garantire ai cittadini la possibilità di scegliere, non sono di essere assistiti ma di cambiare in meglio, di crescere, di evolversi e quindi di conoscere se nel loro quartiere ci siano professionisti capaci di agevolare questi percorsi”. Se questo fosse messo in pratica, si potrebbe uscire dalla dimensione di emergenzialità per acquisire una individualità sociale lungimirante e un modo di operare progettuale. “Al momento manca questo tipo di organizzazione e da almeno quattro anni  - siamo ancora fermi in Commissione da 4 anni! -  stiamo cercando di introdurre sul territorio questa possibilità che permetterebbe non soltanto alla "persona in relazione di aiuto" di scalare i propri obiettivi ma alla società intera, come somma delle persone, di avviarsi verso una ‘evoluzione’ soprattutto dove la competenza socio-pedagogica può inserirsi con il mondo del lavoro in questa particolare fase storica e critica socio economica”, prosegue Di Tomassi: “sul territorio ci sono assistenti e agenzie, per esempio  la Città dei Mestieri o il Centro orientamento al lavoro o il Centro per l'impiego di via Baffigo, ci sono le strutture ma mancano "i ponti", le persone che sappiano essere "le strade" per accompagnare chi ha bisogno verso la giusta direzione che aiuti a non perdersi  e a non scoraggiarsi”, conclude.