Ostia – “E'  singolare che il murales su papa Francesco, un ritratto che è stato un'attrazione per molte famiglie, sia stato rimosso dopo solo qualche giorno mentre i muri di Ostia e di tutto il X Municipio sono  coperti da quasi un anno di simboli satanici e scritte blasfeme che offendono tutte le religioni e le confessioni. Perché?”. Lo domanda Stefano Di Tomassi, rappresentate locale dell'Associazione pedagogisti ed educatori italiani (Apei), esprimendo “preoccupazione per lo stato di nuovo abbandono in cui versano le strade e i muri del territorio, aggrediti da murales aggressivi e violenti soprattutto in vicinanza delle scuole frequentate da bambini, ragazzi e dalle famiglie”.

 

“Da mesi ci siamo rivolti al servizio comunale del decoro urbano ma vengono effettuati interventi sporadici e mai con continuità mentre ai giovanissimi arrivano messaggi inquietanti e  slogan che inneggiano alla morte o alla distruzione”, afferma un genitore.  "Per scongiurare le scritte presso le scuole - ricorda Di Tomassi  - abbiamo da mesi suggerito l'istituzione di una task force formata a genitori , docenti e dagli stessi alunni. Ci appelliamo ai dirigenti scolastici e ai presidi perché sono tantissimi coloro che tengono alla propria scuola e che la vogliono  funzionale e pulita”. Secondo l’esponente di Apei, occorrerebbe regolamentare ufficialmente l’arte di strada per uscire dalle zone d'ombra e diventare uno strumento utile alla società civile. Credo - conclude Di Tomassi - che gli stessi artisti di strada vogliano prendere le distanze da chi dissemina soltanto violenza, odio e messaggi negativi, sopratutto contro le religioni, e che anzi desiderino che la loro capacità, il loro talento venga conosciuto, apprezzato, valorizzato, utilizzato a fini sociali ed educativi".