Ostia - “A noi er sorriso nun ce lo leva nessuno ......E seconda cosa dove vuoi mandarci ad auschwistz!!!!!!!! Esposito e la s…a giornalaia annateve...”. In un post provocatorio pubblicato il 26 marzo sul proprio profilo Facebook di un esponente della famiglia Spada, appartenente all’omonima famiglia di Ostia, commenta provocatoriamente un articolo pubblicato su Repubblica in cui il senatore Stefano Esposito, commissario dem di Ostia, discute delle dimissioni del presidente del X municipio Andrea Tassone. Il minisindaco, secondo quanto da lui stesso ribadito in più occasioni, avrebbe rinunciato all’incarico dopo aver ripetutamente denunciato le infiltrazioni criminali nel litorale romano e la forte presenza della criminalità organizzata a Ostia.


La risposta, sempre sui social, del commissariato del Partito democratico non si è fatta però attendere in quanto in un post ieri mattina ha scritto: “Questa mattina vi voglio presentare la famiglia Spada di Ostia. Il clan Spada dal 1998 finisce in inchieste per usura estorsione e traffico di stupefacenti. Oggi il capo clan Carmine è in carcere per estorsione con aggravante mafiosa. Il cugino Armando per corruzione con aggravante mafiosa. Il nipote Enrico per spaccio. Il nipote Ottavio a giudizio per tentato omicidio plurimo. Il fratello Roberto, autore del post che potete leggere, attuale reggente del clan é indagato per minacce. Se crede di spaventarmi con i suoi metodi da guappo si sbaglia. Il suo sorriso sparirà sotto i colpi della legge, come avvenuto per il resto della sua famiglia. Noi del Pd daremo una mano alla giustizia”.


Ieri il sindaco Ignazio Marino ha espresso la propria solidarietà a Stefano Esposito dichiarando: “Ha ragione il senatore e commissario del Pd nel X municipio a denunciare come intollerabile l’oppressiva presenza dei clan a Ostia, e ha ragione a fare nomi e cognomi. Colpisce che questi signori abbiano la faccia tosta di rispondere con insulti e minacce. Chissà se si rendono conto che stanno minacciando un membro della Commissione parlamentare antimafia, insieme a una giornalista coraggiosa: a loro due esprimo la mia piena solidarietà”. “Intendiamo riportare piena legalità e trasparenza in tutti gli atti amministrativi, per spezzare il clima di oppressione e di illegalità che la criminalità organizzata cerca di imporre. Più le mafie alzano la testa, più noi ci impegneremo, sapendo di interpretare la volontà di tutti i romani, cominciando da quelli che abitano a Ostia”, ha aggiunto il primo cittadino.


Anche  l’assessore capitolino alla casa Francesca Danese è intervenuta esprimendo solidarietà e la mia consonanza per le minacce ricevute dai clan di Ostia. Non siete e non sarete mai soli. Il coraggio delle scelte si paga spesso a caro prezzo, lo so bene, ma le battaglie giuste vale sempre la pena combatterle e non ci facciamo spaventare. Ci sono forze sane nella nostra città, e sono tante, che lavorano ogni giorno senza tregua per affermare la legalità e la giustizia, anticorpi sociali contro l'illegalità e la criminalità. Insieme istituzioni e cittadini possiamo vincere la mafia a Ostia, a Roma, nel paese. Andiamo avanti senza paura”.


Sul ‘caso Ostia’ il presidente dei deputati di Forza Italia, Renato Brunetta, ha presentato un’interrogazione al ministro dell’interno, Angelino Alfano, in relazione alle infiltrazioni mafiose nel litorale di Ostia dove recentemente sarebbero accaduti “scenari inquietanti sul governo del territorio e sulla difficoltà nella gestione amministrativa di questa fondamentale area a vocazione turistico-commerciale” e chiede “quali iniziative si vogliano intraprendere per porre rimedio alla situazione di grave allarme sociale e di mancanza di sicurezza che si è determinata sul litorale romano anche in considerazione del valore naturale, storico e archeologico dell’area”.


Si attende, intanto, la nomina di un delegato al municipio da parte del sindaco Marino, non si sa ancora se interno o esterno all’amministrazione. Il prossimo 8 aprile, in ogni caso, come prevede lo Statuto di Roma Capitale, sarà il primo cittadino ad assumere il ruolo di presidente dopo le dimissioni del minisindaco. I cittadini di Ostia, che ieri ai microfoni di Ostia Tv hanno respinto il parallelo fatto sia dal senatore Esposito di “Ostia peggio della Calabria” e “Ostia come la Palermo degli anni ’70, ’80”, come ha detto il delegato al litorale, l’assessore alla legalità Alfonso Sabella, si dichiarano però preoccupati. Gaetano Di Staso, che si definisce infatti ‘cittadino preoccupato’, commenta: “Per la battuta "minacciosa" rivolta al Senatore e Commissario PD Stefano Esposito da un componente della famiglia Spada, personalmente mi preoccuperei. Come dire: "Noi semo noi, e voi n'un contate un c....!”. “Non sarà, a mio avviso, una battaglia facile, le dimissioni di Tassone e della sua giunta, è stata una chiara resa ad un sistema malavitoso "conosciuto e altamente collaudato" sul litorale romano, una battaglia impari per mancanza di "risorse", da "profano" mi viene da aggiungere, che al momento dell'insediamento di questa amministrazione, la "guerra" era già in corso da molti anni, quindi dire: "mi dimetto perché questa amministrazione non possiede i mezzi per contrastare le infiltrazioni mafiose", scusate, mi lascia l'amaro in bocca. L'unica certezza è che gli unici che ne pagheranno le conseguenze saranno i cittadini incolpevoli e lasciati come sempre allo sbando. Commissari, esercito, elezioni, non esiste un rimedio certo per questa situazione malavitosa ormai incancrenita e radicata nel territorio, ma forse una classe dirigente nuova, sana, trasparente, giovane e motivata, potrebbe essere una sana soluzione, senza timori e remore alcuna. Ostia deve risorgere e tornare a nuova vita”, conclude il cittadino nel suo appassionato intervento.