Ostia – Terremoto in municipio: stamattina Riccardo Colagreco, consigliere PdL, ha presentato le sue dimissioni. Dimissioni non tanto a sorpresa, per la verità. Una decisione che avrà inevitabili, fortissime ripercussioni in quanto il Popolo della libertà perde la maggioranza. Da tredici contro dodici consiglieri, adesso Colagreco, già dimissionario dall’incarico di delegato agli animali lo scorso mese di maggio, perderà il ruolo di “ago della bilancia”.

Il nuovo consigliere che subentrerà sarà infatti eletto nella Lista civica per Rutelli, partito nel quale fu eletto Colagreco prima di passare al Gruppo misto e poi, nel 2009, al PdL. E dunque siederà sugli scranni dell’opposizione. Ora potrebbe accadere di tutto. Che il municipio cada o venga commissariato. Che l’opposizione, con l’UdC in testa, chieda la mozione di sfiducia per il presidente Giacomo Vizzani. Ma certo la maggioranza non può stare tranquilla: il centrodestra trema. 

Raggiunto da Ostiatv l’ormai ex consigliere definisce la sua una “scelta di natura morale”.

Perché si è dimesso?

“Perché mi sono dimesso? Mi sono dimesso perché stanco di non realizzare nulla. Per rispetto dei miei elettori e anche per stimolare i consiglieri di sinistra e di destra a lavorare. Il territorio ha problemi seri: lo stato disastroso delle strade, gli allagamenti e la mancanza di sicurezza idrogeologica, la carenza di scuole. Eppure stanno tutti attaccati alle poltrone. Senza fare nulla se non, a mio avviso, gli interessi dei costruttori. C’è un’inerzia che va denunciata, della quale è responsabile anche l’opposizione”, spiega Colagreco.

 Che cosa propone?

Tutti a casa. Bocciati tutti. Né l’opposizione né la maggioranza hanno lavorato nell’interesse dei cittadini. Devono cambiare i vertici altrimenti il territorio andrà sempre di più allo sfacelo. Ero entrato nel PdL perché pensavo che avrei potuto fare un buon lavoro ed invece mi hanno impedito di lavorare. Sono stato vittima dell’ostruzionismo sia della mia maggioranza che dell’opposizione. E’ stato per quello che a maggio mi sono dimesso dalla carica di delegato agli animali.

Che cosa è successo?

Non sono riuscito a realizzare neanche un decimo del programma presentato in campagna elettorale. Nulla è stato fatto per il dissesto idrogeologico o la viabilità né per gli animali. Mi hanno impedito di realizzare una spiaggia per i cani: a Roma non ce n’è neanche una perché preferiscono cementificare. Ugualmente impossibile è stato creare l’area cani all’Infernetto benché la zona fosse stata individuata ed avessi reperito i fondi grazie ad un emendamento del consigliere capitolino Gramazio. Nulla di nulla. Per questo lascio.


Irrevocabili le sue dimissioni?

La politica così non mi interessa. Mi sono dimesso perché così non poteva andare, per protesta. Ho un lavoro, sono veterinario. Mi sono dimesso anche per i miei figli, ne ho tre, due femmine ed un bimbo di diciotto mesi, perché voglio trasmettere loro il valore dell’onestà. A me di restare attaccato alla poltrona non interessa! A differenza di altri politici.

 

Reazioni alle sue dimissioni?

Nessuna. Né una telefonata né un sms. Niente di niente.