Ostia – Dopo l’interrogazione presentata ieri dal capogruppo regionale Sel, Luigi Nieri, sull’affidamento ad un’associazione privata di un tratto di spiaggia libera di Castelporziano confinante con la Tenuta del presidente, stamattina Filiberto Zaratti, consigliere regionale Sel, ha presentato un’altra interrogazione urgente alla presidente della giunta Renata Polverini e all’assessore all’ambiente Marco Mattei.


Nel documento Zaratti chiede di sapere se per ogni struttura e attività delle spiagge di Castelporziano e Capocotta sia mai stata richiesta la verifica di incidenza, come previsto dalla direttiva europea e, nei casi previsti, la Valutazione di impatto ambientale (Via).


Questo tratto di costa ricade infatti nel Sito di importanza comunitaria (Sic) ‘Castel Porziano fascia costiera IT6030027’ - ricorda Zaratti - Nelle immediate adiacenze, oltre la litoranea, si trova anche il Sic ‘Castel Porziano querceti igrofili IT6030028’, a sua volta adiacente alla Zona a protezione speciale (Zps)  ‘Castel Porziano Tenuta presidenziale IT6030084’.


Non solo. “La spiaggia di Capocotta è interna alla Riserva Statale Naturale Statale del Litorale Romano, zona di massima protezione e la spiaggia di Castel Porziano è stata inserita nel perimetro della Riserva dal piano di assetto approvato nel 2003 dal Comune di Roma”, aggiunge Zaratti.


 “L’intero arenile  costituisce un settore di grande e delicato interesse naturalistico tutelato da normative nazionali e comunitarie. E’ chiaro che in questa area i progetti e le attività non possono essere autorizzati che con  procedimenti di derivazione comunitaria, non certo applicando l’istituto del silenzio assenso. Negli anni”, prosegue l’esponente di sinistra, “queste spiagge sono state investite da un aumento di strutture che ha determinato la riduzione dell'impianto dunale immediatamente retrostante la spiaggia, con grave danno ambientale e incremento dei fenomeni erosivi”.

Nella scorsa legislatura con i gestori dei chioschi era stato intrapreso un percorso per garantire che la continuità delle attività turistico balneari tenesse conto della tutela ambientale. Un percorso che però oggi appare interrotto.


“Considerato che il Piano di utilizzo degli arenili (Pua) non è ancora stato approvato  e che un primo progetto del Comune di Roma prevedeva chioschi con strutture non superiori a 95 metri quadrati, mentre oggi quasi tutte le strutture sembrano superare di molto i 100 metri quadrati”,   conclude Zaratti, “ho chiesto alla presidente Polverini e all’assessore all’ambiente di intervenire presso il Campidoglio per sapere con quali procedimenti e con quali meccanismi di tutela della costa e delle aree protette si stiano rilasciando o rinnovando le concessioni. E se  non si intenda avviare un monitoraggio per rilevare la crescita negli ultimi anni delle strutture e la conseguente perdita di arenile”.