Ostia – A distanza di cinque mesi dal clamoroso sequestro del camping Country club Castelfusano di Ostia ci sarebbero finalmente delle buone notizie. Il pubblico ministero sembrerebbe infatti intenzionato a far dissequestrare l’area per poter permettere l’inizio dei lavori di ripristino a partire da domani, lunedì 6 agosto. Insomma, sembrerebbe ad una svolta positiva la vicenda della struttura turistica posta sotto sequestro l’8 marzo scorso dalla guardia di finanza di Ostia per il presunto reato di abusivismo edilizio. E’ stato infatti appurato che l’ipotesi di lottizzazione abusiva, attribuita alla proprietà, non esiste.

 

 

 

Nel frattempo, in questi ultimi mesi, la proprietà e la società che gestisce il campeggio hanno  avuto una serie di incontri con gli enti preposti per adeguare la struttura alla nuova normativa internazionale che regola il funzionamento dei campeggi. L’ultimo incontro risale al 27 luglio scorso quando alla riunione il comune di Roma ha presentato un’ulteriore  richiesta di rimodificare, per l’ennesima volta, il progetto fornito dal Country. E così è stato fatto. Il 31 luglio i tecnici incaricati dalla proprietà hanno incontrato di nuovo gli architetti  Portoghese e Francescangeli dell'ufficio turismo di Roma Capitale, che hanno lavorato assiduamente, con grande professionalità per la riapertura, per depositare il progetto definitivo. Dunque, si avvierebbe a conclusione positiva la vicenda. Anche se rimangono molte domande senza risposta. Perché chiudere una realtà importante per il turismo di Ostia addebitandole un’accusa tanto pesante quanto non vera? Perché non informarla per tempo sì da permetterle di effettuare i lavori di adeguamento al nuovo regolamento? Parrebbe, benché in via non ufficiale, che nella situazione del Country si trovino almeno 7 su 10 campeggi romani. Camping dove non tutte le strutture sono amovibili, come prevede la nuova normativa.

 

 

 

I danni per questo prolungato stop sono stati ingenti. A pagarne le conseguenze non soltanto i proprietari ma i 70 lavoratori, molti dei quali in cassa integrazione, circa 560 famiglie di campeggiatori, per lo più clienti affezionati da anni, che avevano già pagato la quota per trascorrere le vacanze nei bungalow. E poi i diportisti, che fino ad oggi non hanno avuto accesso alle proprie imbarcazioni ancorate al molo. Senza contare che le prenotazioni dei tanti clienti provenienti dai diversi paesi europei, da tempo frequentatori del club, sono state annullate. Con un danno d’immagine non indifferente. Non soltanto per il Country  ma anche per la stessa immagine di Ostia che ne esce decisamente appannata. Tra pacchi bomba, presunte infiltrazioni criminali nelle attività commerciali, sequestri, altro che amena località balneare!
 

 

 

Il Country club era, e lo è ancora, un camping nato tra la fine degli anni Sessanta e i primi Settanta che con il tempo è diventato meta turistica a livello internazionale. Tra i suoi frequentatori, turisti e aficionados europei e americani ma anche e soprattutto dalla Capitale. La tranquillità della pineta e la vicinanza con il mare ne hanno decretato la formula vincente. Al suo interno, due antichi casali, piscine, boutique, discoteche, bungalow, un approdo per le imbarcazioni e persino una chiesetta. Una mega-struttura estesa su una superficie di 33 ettari a poca distanza dal canale dei Pescatori, nel cuore della Riserva naturale statale del litorale romano. Che a questo punto, se tutto va bene, riaprirà il prossimo anno.